decisione periodo di ferieCon l’arrivo delle vacanze, sorge un interrogativo importante: a chi spetta la decisione sul periodo delle ferie, al datore di lavoro o al dipendente? Vediamolo insieme.


Tra alcune settimane tornerà l’estate e le conseguenti ferie estive per milioni di lavoratori.

Come sappiamo, le ferie sono un diritto irrinunciabile per i lavoratori, come dichiarato nell’art.36 della Costituzione. Insieme al riposo settimanale, infatti, le ferie assicurano un’esistenza libera e dignitosa al lavoratore.

Ma come si decide il periodo in cui andare in ferie? Vediamolo insieme.

Periodo di ferie: è il datore di lavoro o il dipendente a prendere la decisione?

Come già anticipato, le ferie sono un diritto irrinunciabile del lavoratore, ma è altrettanto importante sottolineare che i lavoratori subordinati non sono liberi di andare in ferie quando preferiscono.

O almeno, devo rispettare alcuni limiti.

La normativa nazionale (la legge n°66 del 2003) fissa degli obblighi riguardo le ferie, che devono rispettare sia il dipendente che il datore di lavoro.
Il lavoratore subordinato matura almeno quattro settimane di ferie l’anno, di cui due vanno godute entro il 31 dicembre di quell’anno, mentre per le altre c’è tempo per altri 18 mesi.

Come chiarito dal Ministero del Lavoro, infatti:

  • Il lavoratore può godere di due settimane di ferie ininterrottamente, se vuole e ha la possibilità di scegliere il periodo, prendendo accordi col datore di lavoro e comunicandoglielo per tempo;
  • Altre due settimane possono essere utilizzate entro 18 mesi dal termine dell’anno di maturazione, anche in maniera frazionata;
  • Infine, c’è anche un terzo periodo di ferie, della durata di due settimane, ma è opzionale ed è incluso solo in alcuni Contratti Collettivi Nazionali di lavoro (come il Ccnl Metalmeccanica Industria, Calzature, Chimica, Gomma Plastica e Tessile, nel caso in cui si raggiunga un certo limite di anzianità), che può essere frazionato (entro i termini stabiliti) oppure monetizzato, se c’è un accordo fra le due parti.

Il piano ferie, perciò (soprattutto quello estivo), deve essere concordato con largo anticipo, per consentire al datore di lavoro di organizzare la produzione durante i periodi di assenza dei dipendenti, soprattutto se parliamo di una piccola azienda.

Proprio per questo motivo, può capitare che la richiesta di ferie di un dipendente venga negata, in base alle concrete esigenze aziendali. Spetterà, poi, al dipendente, sempre insieme al datore di lavoro, calendarizzare un nuovo periodo.

Nel caso in cui l’azienda preveda una chiusura aziendale, allora i lavoratori sono obbligati a prendere le ferie nel periodo in cui l’azienda è chiusa, come specificato più volte dalla Cassazione.
In questo caso, si parla di “ferie collettive e forzate”, poiché tutti i dipendenti ne godono contemporaneamente, senza possibilità di scelta alternativa.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it