L’Inail, al fine di aumentare le entrate derivanti dai premi assicurativi, ha deciso di potenziare i controlli sull’elusione fiscale contributiva, indirizzandoli verso quei settori e quelle imprese che manifestano particolari indicatori di rischio. Da tempo, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ha potenziato e informatizzato il proprio sistema di vigilanza al fine di “ottenere liste di evidenza di aziende potenzialmente irregolari”.
Tali liste, assieme all’incrocio delle informazioni provenienti da diverse banche dati, consentono di indirizzare, a livello territoriale, l’azione ispettiva vera a propria. Il sistema adottato ha consentito, nel 2013, di individuare irregolarità in 20.752 aziende, ovvero nell’87,65% delle 23.677 che sono state sottoposte a verifiche. Grazie ai “blitz” degli ispettori, inoltre, 70.092 lavoratori in nero e irregolari sono stati regolarizzati, (+30% rispetto al 2012). Di questi, erano di nazionalità italiana tre su quattro.
Nel dettaglio, poi, sono emersi 7.983 lavoratori completamente in nero, di cui 5.410 italiani, 1.293 extracomunitari e 1.280 comunitari. Le operazioni hanno consentito di stanare premi evasi per un ammontare di 140 milioni di euro. Di questi, circa 90 milioni sono stati individuati grazie alle ispezioni dell’Inail, 32 milioni grazie alle verifiche del personale amministrativo dell’Istituto e 18 milioni attraverso la lavorazione dei verbali di altri enti e dell’istituto della conciliazione monocratica.
I funzionari di vigilanza dell’Inail vantano una media di 198 lavoratori regolarizzati a testa nel 2013 (contro 160 del 2012) e di 254.054 euro di evasione stanata (contro i 171.026 del 2012). Giova ricordare che il decreto Destinazione Italia, da poco convertito in legge, ha maggiorato del 30% le sanzioni per le aziende in cui ci sono lavoratori in nero.
FONTE: CGIA Mestre