Entro Giugno il Governo stabilirà come dare esecuzione alla Sentenza della Corte Costituzionale dello scorso Venerdì con la quale è stato dichiarato illegittimo il blocco della perequazione nel biennio 2012-2013.
A breve ci sarà anche un incontro con i sindacati. Sono queste le prime indicazioni emerse nella giornata di ieri da fonti vicine all’esecutivo.
Si fa poi sempre piu’ strada l’ipotesi di uno spartiacque posto più in alto rispetto all’impostazione del decreto salva-Italia (cinque o sei volte il minimo, ovvero, 2.342 euro lordi al mese, oppure 2.810 euro lordi al mese) per limitare i danni dell’esborso. La Corte, infatti, quando si è dovuta esprimersi sulla norma introdotta nel 2007 dal Governo Prodi ha dato il benestare al blocco delle pensioni piu’ elevate. Insomma l’ipotesi è che il Governo ripristini gli aumenti solo parzialmente, venendo incontro alle indicazioni della stessa Consulta che chiede in sostanza un meccanismo più graduale e la tutela dei redditi bassi. L’obiettivo resta quindi quello conciliare le ragioni dell’equità con il rigore dei conti pubblici.
Resta da comprendere cosa dirà l’Ue. Bruxelles ha già fatto sapere che le minori risorse necessarie per rimborsare – almeno in parte – i pensionati e incrementare in via definitiva i loro trattamenti dovranno essere compensate con altre voci di importo equivalente, in modo da mantenere gli impegni presi dal Paese. Come dire che il buco la cui entità ancora non è chiara (si parla di circa 5miliardi di euro) dovrà essere coperto tramite un taglio ad altre voci di spesa. Resta inteso comunque che le cifre corrisposte saranno soggette al prelievo Irpef e quindi in realtà una fetta di questi denari torneranno nelle casse dello stato.
Quanto ai tempi dell’intervento del governo, Taddei, il responsabile economico del Pd, prevede che siano “ragionevolmente rapidi”: “sarebbe opportuno poter dare un’indicazione entro il versamento degli assegni il primo giugno”.