Come funziona il congedo straordinario Legge 104? Ecco alcuni chiarimenti su cumulabilità permessi, grado di parentela, importi e casi di lavoro part time.
Ecco alcune indicazioni sul congedo straordinario relativo alla Legge 104.
Cumulabilità Permessi
Si può fruire sia del congedo straordinario sia dei permessi di cui all’art. 33, comma 3, della legge n. 104/1992? La cumulabilità viene ammessa esplicitamente per i permessi Legge 104 e congedo parentale ordinario o congedo per la malattia del figlio nell’arco dello stesso mese, come chiaramente indicato nelle circolari INPS n.32/2012 e Dipartimento Funzione Pubblica n. 1/2012.
Il previgente dettato normativo (art. 33, decreto legislativo n. 151/2001) prevedeva il prolungamento, fino a tre anni del normale congedo parentale, con diritto, per tutto il periodo, alla indennità economica pari al 30% della retribuzione.
Il novellato art. 33, comma 1, del decreto legislativo n. 151/2001 stabilisce, invece, la possibilità, fruibile alternativamente da parte di ciascun genitore del disabile in situazione di gravità, di beneficiare del prolungamento del congedo parentale per un periodo massimo, comprensivo dei periodi di normale congedo parentale, di tre anni da godere entro il compimento dell’ottavo anno di vita dello stesso (con diritto, per tutto il periodo, alla indennità economica pari al 30% della retribuzione).
Grado di parentela
Purtroppo la legge 151 che regola il congedo straordinario retribuito legato a coloro che sono titolari della legge 104 prevede determinate priorità del grado di parentela per l’assegnazione del congedo stesso. Secondo la legge possono beneficiare del congedo soltanto i familiari del disabile in base ad un ordine di priorità che vede coniuge, genitori, figli ed eventuali altri parenti.
Lavoro part-time
Il congedo straordinario della Legge 104 è considerato sull’orario di lavoro e sulla retribuzione dell’ultima busta paga prima del congedo. Tutti i sabati e domeniche ricompresi nel congedo saranno compresi: per non aver conteggiati i giorni che non si lavora si dovrebbe chiedere un congedo frazionato.
Importi
Cresce la misura dell’indennità Inps cui ha diritto il lavoratore che resta a casa fino a due anni come massimo per assistere un familiare disabile. Il congedo, previsto dall’articolo 42, comma 5 del Dlgs 151/2001, come noto può essere preso in modo frazionato: una settimana, o un mese alla volta, o periodi ancora più lunghi, secondo la libera scelta dell’interessato e deve essere finalizzato alla cura di parente disabile. Il congedo può essere fruito sino ad un massimo di due anni da calcolarsi nell’arco dell’intera vita lavorativa del soggetto. Maggiori dettagli qui.