congedo parentale mese facoltativoTra le misure previste dalla Manovra, riguardo il congedo parentale, è disponibile un mese facoltativo in più, retribuito all’80%. Ecco di cosa si tratta.


Congedo parentale mese facoltativo: come abbiamo visto, la Legge di Bilancio 2023 è ricca di misure indirizzate alla famiglia, per un totale di 1,5 miliardi di euro.

Tra le misure, troviamo anche numerose novità per il congedo parentale per il 2023, compreso un mese facoltativo in più, in alternativa tra la madre e il padre, retribuito sempre all’80%.

Il mese facoltativo si aggiungerà alle altre misure, già previste in materia di congedi parentali.
Vediamo allora di cosa si tratta e come funziona.

Congedo parentale: come funziona il mese facoltativo

Il mese facoltativo è una misura concessa ai lavoratori dipendenti, in alternativa tra madre e padre e prevede un congedo facoltativo retribuito all’80% dello stipendio.
La misura potrà essere richiesta nei primi 6 anni di vita del figlio o entro il sesto anno dall’ingresso in famiglia del bambino, nel caso di adozioni o affidamenti.

Potranno usufruire dell’agevolazione i genitori che termineranno il congedo di maternità o paternità. Inizialmente la misura era stata pensata solamente per le madri, ma poi è stata estesa anche ai padri.

Bisogna sottolineare che il mese in più facoltativo potrà essere fruito esclusivamente in via alternativa dai genitori: se ne beneficerà la madre, non potrà farlo il padre e viceversa.

Chi può beneficiare del congedo parentale

Come sappiamo, il congedo parentale è un periodo nel quale il lavoratore può decidere di astenersi dal lavoro, in maniera facoltativa, ricevendo un indennizzo dall’Inps, valido sia per le madri che per i padri.

Si differenzia dal congedo di maternità o di paternità, che sono due congedi obbligatori, di cui fruire prima e dopo il parto.
Il congedo parentale 2023 spetta a tutti i lavoratori in costanza di rapporto di lavoro, che siano genitori naturali, adottivi o affidatari.

Può essere richiesto sia dai dipendenti del settore privato che da quelli del settore pubblico. Mentre, non ne potranno usufruire i genitori:

  • Disoccupati o sospesi;
  • Lavoratori domestici;
  • Lavoratori a domicilio.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it