Ecco una panoramica completa in merito ai Concorsi Pubblici per gli OSS (Operatori Socio Sanitari).
Qui di seguito opereremo un’ampia panoramica sulle opportunità per accedere alla professione di Operatore Socio Sanitario.
Metteremo a punto una disamina rispondendo ad alcune domande in merito. Che cos’è un OSS? Come si può accedere a questo impiego? Quali sono le vie preferenziali? Quali regole devono seguire le procedure concorsuali? Esistono alternative?
Per una guida completa a Cosa fa punteggio nei concorsi pubblici potete consultare il nostro approfondimento.
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OSS (Operatore Socio Sanitario): qual è la sua mansione?
Partiamo da principio: chi sono gli OSS? Quali mansioni svolgono?
Per definizione, un Operatore Socio Sanitario è colui che, a seguito dell’Attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale, svolge un’attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario.
In buona sostanza si tratta di una figura di supporto infermieristico.
Non si tratta, tuttavia di un vero e proprio infermiere, pertanto le sue mansioni sono le seguenti:
- Aiutare i pazienti non autosufficienti
- Operare supporto nell’assunzione delle terapie orali
- Prevenire le ulcere da decubito
- Fare delle piccole medicazioni
- Rilevare i parametri vitali
- E infine sbrigare delle pratiche burocratiche
I Concorsi Pubblici: per gli OSS la via preferenziale
La forma preferenziale e più diffusa per l’accesso alla professione di OSS è quella dei concorsi pubblici per operatore socio sanitario presso aziende sanitarie e ospedaliere di tutta Italia.
Il concorso pubblico non è altro che una selezione svolta tra i cosiddetti “concorrenti” per numero di posti di lavoro messi a disposizione, in genere, da una Pubblica Amministrazione o da un Ente di rilevanza nazionale.
La normativa: il DPR 220/2001
In primo luogo, qual è la normativa di riferimento per queste procedure concorsuali?
A stabilire le regole per questo tipo di procedure concorsuali è quanto disposto dal DPR 27/03/2001 n. 220.
Questo Decreto, infatti, rappresenta il Regolamento recante disciplina concorsuale del personale non dirigenziale del Servizio sanitario nazionale.
L’assunzione in servizio sarà disposta dall’unità sanitaria locale o dall’azienda ospedaliera mediante pubblici concorsi banditi ed espletati dalle aziende.
Il testo stabilisce che gli ingressi del personale all’interno delle Aziende Sanitarie sia partizionato nel seguente modo:
- una percentuale non inferiore al 70% dei posti disponibili per ciascuna categoria nel suo complesso va assegnata tramite procedura concorsuale
- la copertura della restante percentuale non superiore, comunque, al 30% dei posti disponibili, sarà effettuata mediante le selezioni interne previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro.
Per il resto le procedure sono le medesime da rispettare in ogni Concorso Pubblico.
Tipologie di Concorsi Pubblici per OSS
Ogni ente infatti, può adottare un formulario particolare per redigere il proprio bando e questo talvolta può creare delle incertezze su quale sia la maniera corretta di compilare la domanda di ammissione.
Nello specifico possono essere tre le tipologie di concorso prestabilite nel bando:
- per soli titoli – Si allegano alla domanda di partecipazione i titoli utili alla formulazione del punteggio. Questo infatti sarà la risultante della sommatoria della valutazione di ogni singolo titolo.
- oppure per soli esami – Si prevede la sola valutazione delle prove concorsuali senza tener conto degli eventuali titoli presentati che comunque con questa formula non hanno valore.
- e infine per titoli ed esami – Si tratta di un incrocio tra le due modalità precedenti, nonché la forma attualmente più diffusa in questo caso.
La graduatoria di merito dei candidati sarà infine formata secondo l’ordine dei punti della votazione complessiva riportata da ciascun candidato. Con l’osservanza, a parità di punti, delle preferenze previste dall’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487.
La direttiva n° 3/2018
Il documento redatto dal Ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione (la direttiva 3/2018) ridefinisce nello specifico:
- requisiti di ammissione
- preselezioni
- titoli
- prove
- commissioni di concorso
- e formazione della graduatoria.
L’intento di questo nuovo testo è quello di migliorare l’organizzazione concorsuale. La Funzione Pubblica, di volta in volta, modula sia le procedure sia i modelli a cui ricorrere al fine di pervenire alle soluzioni più adatte in relazione alla figura professionale da scegliere.
La direttiva stabilisce inoltre che:
“Nelle previsioni relative ai titoli, occorre assicurare un adeguato bilanciamento tra i titoli di servizio (che premiano coloro che sono già dipendenti pubblici, presso la stessa o altre amministrazioni) e altri titoli. Occorre evitare di escludere di fatto categorie di potenziali candidati meritevoli (in particolare quelli più giovani) attribuendo un peso eccessivo a titoli che essi non possono avere: per evitare questo rischio, si può stabilire un punteggio massimo a determinati titoli, come l’attività lavorativa svolta.”
Per una interessante panoramica su cosa fa punteggio nei Concorsi Pubblici potete consultare questo nostro approfondimento.
Le novità della direttiva
In estrema sintesi quali sono le novità della Direttiva?
Questa direttiva, in primo luogo, delinea la possibilità di un Concorso pubblico unico.
Si tratta di una procedura che raggruppi più aziende sanitarie purché appartenenti allo stesso territorio, come già avvenuto in alcune realtà regionali.
Dunque il concorso unico può svolgersi in ambito regionale, ferme restando le norme generali di partecipazione ai concorsi pubblici.
In presenza di una chiara programmazione territoriale riferita ad amministrazioni o uffici aventi sede nel relativo territorio che determina una rilevante disponibilità di posti da bandire, si può procedere con i concorsi unici regionali.
Riguardo alle prove concorsuali si conferma inoltre la possibilità di esternalizzare la gestione ad un servizio terzo.
Infine si rafforza il concetto del “numero ampio”: vale a dire la possibilità di procedere a preselezione nel caso in cui il numero dei candidati diventi troppo elevato per garantire la qualità delle prove concorsuali.
Quali sono le alternative ai Concorsi Pubblici per gli OSS?
Per gli Operatori Socio Sanitari il Concorso Pubblico, come avevamo preannunciato prima, è la via preferenziale, ma non l’unica via.
In realtà infatti si prevedono anche dei Corsi di Formazione privati per gli OSS. Se da un lato essi servono anche a fare ottenere l’Attestazione di qualifica professionale per poter partecipare ai Concorsi per OSS, d’altro canto, già da soli, i corsi possono essere un’alternativa ad essi.
Come? Dopo aver svolto un tirocinio (generalmente presso case di cura e/o di riposo) infatti essi impareranno a svolgere il lavoro in maniera autonoma.
Pertanto a fine corso avranno la capacità di lavorare anche come liberi professionisti, prestando assistenza a domicilio e in strutture sanitarie pubbliche e private.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it