comitato_cugIl Comitato unico di garanzia dell’Inail fa il bilancio dei suoi primi quattro anni d’attività. A presentare una disamina approfondita di questa esperienza – tra obiettivi raggiunti e nuove prospettive di sviluppo – è stato il presidente del Cug, Antonella Ninci nel corso di un workshop organizzato presso il Parlamentino della sede di via IV Novembre.

 

Presidente Ninci, qual è il significato più autentico di questo organismo?

 

“I Cug sono stati costituiti per rappresentare una giusta razionalizzazione rispetto alla duplicità degli organismi esistenti nel passato – i comitati antimobbing e per le pari opportunità – e sono stati ispirati da concetti sicuramente più attuali quali il contrasto a tutte le discriminazioni, non solo quelle di genere, e la valorizzazione del benessere di chi lavora. Parlando nello specifico dell’esperienza Inail, credo che si possa dire – a ragion veduta – che il Cug rappresenta un valore aggiunto per l’Istituto”.

 

Perché?

 

“L’allargamento delle competenze del Cug ha fatto sì che il Comitato abbia trovato nell’Inail la sua naturale collocazione. Benessere organizzativo, contrasto ai fattori di discriminazione a tutela dei lavoratori, attenzione alla disabilità sono, infatti, tutti campi riconducibili alla mission dell’Istituto e facilmente ricollegabili ai temi della prevenzione della salute e sicurezza, a partire dallo stress lavoro correlato. Ecco perché l’Inail, più di ogni altra amministrazione, è portatore di funzioni e valori che si identificano con l’attività che il Cug deve svolgere. Ed ecco perché anche le altre pubbliche amministrazioni vedono nell’Inail un importante riferimento”.

 

Che bilancio dà dell’esperienza fatta fino a ora?

 

“Il bilancio del Cug dell’Inail, a mio parere, è sostanzialmente in attivo, ma per una personale avversione agli elenchi delle cose fatte, preferirei partire dalle criticità. Alcune delle quali – va riconosciuto – hanno accompagnato i lavori del Comitato e ne hanno segnato la crescita, anche condizionandola, e rendendo non facile il raggiungimento degli obiettivi stabiliti”.

 

Parliamone, allora.

 

“Innanzitutto, la costituzione del Cug Inail è coincisa con la nascita del Polo Salute e Sicurezza e, dunque, con l’integrazione dei suoi tre enti: un’operazione importante che ha comportato diverse complessità organizzative, ma anche la soddisfazione di raggiungere una piena integrazione al nostro interno. Credo, poi, che il Cug abbia dovuto superare anche alcuni ostacoli riconducibili, in generale, a un riconoscimento non pienamente definito del proprio ruolo e che ha faticato a imporsi anche da un punto di vista comunicativo. Eppure, nonostante questo, possiamo parlare di bilancio in attivo perché il Cug Inail ha comunque affrontato con impegno i temi del benessere lavorativo, della conciliazione vita-lavoro, delle pari opportunità e del contrasto alle discriminazioni. E, soprattutto, ha saputo raggiungere risultati che hanno reso conoscibile – anche all’esterno – il nostro Istituto”.

 

Cominciamo a elencarli.

 

“I risultati raggiunti dall’Inail in termini di flessibilità lavorativa sono ormai presi a modello nella Pa e ci avviamo a dare contributi anche su nuove forme di modalità di lavoro a distanza. Un pregio del Comitato è stato, poi, mettete a sistema tutto quello che l’Istituto ha fatto per i propri dipendenti. Ricordo, al proposito, la ‘Carta della conciliazione vita-lavoro dei dipendenti Inail’ che, adottata su iniziativa del Cug, ha lo scopo di facilitare la divulgazione degli strumenti finora adottati, promuoverne l’utilizzo e contribuire al miglioramento del benessere delle persone e della produttività delle strutture. Credo davvero che non esista altra pubblica amministrazione con forme di flessibilità come quelle dell’Inail e in questo il Comitato pari opportunità, prima, e il Cug, dopo, hanno giocato un ruolo determinante”.

 

Quali sono stati gli altri fronti di intervento del Cug?

 

“Sicuramente il Comitato si è molto impegnato sul tema della salute e sicurezza, sia per promuovere l’attenzione al genere che per altri fattori di rischio molto legati alle discriminazioni come età e provenienza geografica. Altrettanto forte, però, è stato l’impegno sul tema del benessere, anche organizzativo, nonostante alcune difficoltà culturali riscontrate nel veicolare strumenti di ascolto. Basta citare l’integrazione, parzialmente raggiunta, del codice etico con quello di comportamento per i dipendenti e il ruolo di partner dell’Istituto nel progetto formativo per i consiglieri di fiducia”.

 

L’attività del Cug non si è limitata, però, solo all’interno dell’Inail…

 

“Sul piano dei rapporti e delle sinergie con l’esterno il Comitato ha sicuramento instaurato rapporti forti con le istituzioni di riferimento quali il Dipartimento per la Funzione pubblica e quello per le Pari opportunità, la Consigliera nazionale di parità e l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. Non è un caso, quindi, che l’Inail attraverso il lavoro del Cug abbia firmato la Carta delle pari opportunità col ministero del Lavoro e la Consigliera nazionale, abbia in fieri la sottoscrizione di un protocollo con l’Unar per il contrasto alle discriminazioni sul lavoro e la tutela dei lavoratori migranti ed abbia partecipato attivamente a tutte le edizioni di ‘Frecciarosa’. Non è un caso, poi, neanche che il Cug Inail sia sempre coinvolto nelle attività – anche normative – quando si tratta di flessibilità lavorativa o di contrasto alle discriminazioni, piuttosto che di benessere legato alla conciliazione”.

 

L’ultimo anno ha anche visto la costituzione della rete dei Cug…
“La promozione del Forum dei Cug è nata su iniziativa dell’Inail: si tratta di una rete composta dalle amministrazioni centrali e nazionali e consolidata in un network, all’interno del quale l’Inail occupa una posizione privilegiata con una funzione diversa da tutte le altre. E’ un risultato di cui siamo particolarmente orgogliosi”.

 

Venendo agli sviluppi futuri, cosa auspica per il Cug?
“Tanto è stato fatto, ma ancora tanto si può fare nella consapevolezza che i temi affrontati dai Cug non sono di retroguardia, ma possono contribuire in maniera forte a determinare risparmi ed efficienza. In fondo la dirigenza pubblica è chiamata, ora più di prima, in difetto di risorse, a confrontarsi con un personale al quale non può offrire incrementi retributivi ma, che può lavorare per avere ambienti di lavoro improntati alla trasparenza, al rispetto delle diversità, al merito. Trasformando, dunque, criticità in opportunità di rivisitazione dei contesti”.

 

In definitiva?
“In definitiva le competenze attribuite al Cug ne fanno un importante strumento a disposizione del datore di lavoro pubblico che, in tempi di spending review, deve assicurare, oggi più di prima, il raggiungimento degli obiettivi e il miglioramento del servizio pubblico, con sempre minori risorse, incidendo anche sull’organizzazione del lavoro attraverso un inevitabile processo di coinvolgimento e motivazione delle persone. Insomma: anche i Comitati unici di garanzia – in primis quello dell’Inail – possono svolgere un ruolo importante per il miglioramento delle amministrazioni pubbliche. Basta crederci”.