Lo certifica l’ultimo conto annuale del personale nella Pa, elaborato e diffuso dalla Ragioneria Generale dello Stato: tra i dipendenti pubblici chi guadagna meno è chi lavora nei Comuni e nelle scuole.


Il quadro fornito dal Conto annuale del personale, con gli ultimi dati aggiornati al 2022 ma significativi per dare il polso attuale della situazione, rivela una situazione preoccupante per la Pubblica amministrazione in Italia. Il personale continua a diminuire, è sempre più anziano, malpagato, svalorizzato e demotivato.

Ma soprattutto a quanto pare è “malpagato”: in tal senso i settori più colpiti sono i Comuni e le scuole, dove il personale percepisce i salari più bassi.

Scopriamo dunque in maniera più dettagliata qual è lo stato attuale delle cose.

Chi guadagna di più nella Pa: il personale delle Funzioni Centrali, dei Ministeri e delle Agenzie

Le retribuzioni nella Pa italiana, secondo la Ragioneria di Stato, mostrano una significativa variazione tra i diversi settori, con alcune categorie di dipendenti che guadagnano di più rispetto ad altre. Questa disparità è particolarmente evidente quando si confrontano i funzionari e i dirigenti dell’Agenzia delle Entrate con altri dipendenti pubblici.

Agenzia delle Entrate

I funzionari dell’Agenzia delle Entrate guadagnano in media 42 mila euro lordi l’anno. Questo rappresenta un aumento rispetto al 2013, quando la media era di 35 mila euro lordi. L’incremento nelle retribuzioni riflette una valorizzazione del personale, che è responsabile di compiti cruciali come la gestione delle entrate fiscali e l’applicazione delle leggi tributarie. I dirigenti di seconda fascia, che occupano posizioni manageriali con responsabilità più elevate, guadagnano in media 110 mila euro lordi l’anno. I dirigenti di prima fascia, al vertice della gerarchia, percepiscono retribuzioni che raggiungono i 232 mila euro lordi l’anno.

Ministeri

Nei ministeri, la retribuzione media dei dipendenti è di 34 mila euro lordi l’anno. Sebbene sia inferiore rispetto a quella dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate, rappresenta comunque un aumento rispetto a dieci anni fa, quando la retribuzione media era di 28 mila euro. Questo incremento, sebbene modesto, indica una tendenza verso una maggiore valorizzazione economica del personale ministeriale, anche se a un ritmo più lento rispetto all’Agenzia delle Entrate.

Chi guadagna di meno nella Pa: i dipendenti dei Comuni e delle scuole

Invece le retribuzioni negli enti locali (in modo particolare nei Comuni) e nelle scuole sono significativamente inferiori rispetto ad altri settori della pubblica amministrazione.

Le disparità retributive nei Comuni

I dipendenti di questo comparto guadagnano in media molto meno rispetto ai loro colleghi di altri uffici pubblici.

Questa disparità è diventata sempre più pronunciata negli ultimi dieci anni. La perdita del 5,4% del valore reale delle retribuzioni in questo periodo è un indicatore allarmante della svalutazione del lavoro in questi settori. Questo trend è ulteriormente aggravato dalla riduzione del personale, con oltre 60 mila addetti in meno, come riportato dal Tesoro.

La retribuzione media del personale non dirigente in questi enti è di circa 30 mila euro lordi l’anno, equivalenti a circa 1.800 euro al mese.

Questa differenza è ancora più marcata se si considerano i dirigenti pubblici:

  • dirigenti di seconda fascia: nei comuni e nelle regioni guadagnano in media 88 mila euro, mentre nei ministeri e in altre agenzie governative possono superare i 110 mila euro.
  • dirigenti di prima fascia: nei comuni e nelle regioni arrivano a circa 107 mila euro, mentre in altri settori possono raggiungere i 232 mila euro.

Ovviamente la perdita del valore reale delle retribuzioni negli ultimi dieci anni non solo ha ridotto il potere d’acquisto dei dipendenti, ma ha anche influito negativamente sulla loro motivazione e produttività. La svalutazione delle retribuzioni è sintomatica di una generale disattenzione verso questi settori.

La situazione del comparto Scuola

La scuola rappresenta un’eccezione in questo contesto, ma solo relativamente all’aumento dei posti di lavoro negli ultimi anni. Tuttavia, questa crescita, secondo quanto indicato nel conto annuale è dovuta principalmente all’incremento degli alunni disabili e alla conseguente necessità di cattedre di sostegno. Le cattedre comuni, invece, sono rimaste sostanzialmente invariate, nonostante la riduzione del tasso demografico che ha portato alla perdita di circa mezzo milione di alunni negli ultimi cinque anni.

Se sommati tutti questi dati hanno un impatto significativo:

  • stagnazione delle retribuzioni: anche se il numero di posti di lavoro è aumentato, le retribuzioni medie nel settore scolastico tendono a ristagnare. Questo è dovuto al fatto che l’aumento dei posti è principalmente in cattedre di sostegno, che spesso non godono degli stessi aumenti salariali e delle stesse opportunità di carriera delle cattedre comuni.
  • demotivazione: La stagnazione delle retribuzioni, insieme alla complessità crescente del lavoro dovuta alla maggiore presenza di alunni con bisogni speciali, può portare a un calo della motivazione tra gli insegnanti.

Inoltre ci sono diversi fattori che spingono i giovani a non avvicinarsi alla professione di docente. Uno dei fattori principali è sicuramente lo scarso apprezzamento da parte della società per la professione, ma anche gli alti livelli di stress.

Lo stress, infatti, allontana i giovani dalla professione dell’insegnante, a causa dell’impegno richiesto dalle attività in aula, ma anche per gli impegni burocratici e la progressione lenta di carriera.

Il grafico con la retribuzione media suddivisa per comparto

Qui di seguito possiamo vedere meglio, con questo grafico, quali sono i numeri specifici evidenziati dal dossier fornito dalla Ragioneria di Stato.

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Qual è l’impatto negativo delle basse retribuzioni?

La crescente disparità retributiva tra i diversi settori della pubblica amministrazione italiana è un problema serio che richiede un’attenzione urgente, in particolare per quanto riguarda i comuni e le scuole. La svalutazione del lavoro in questi settori non solo danneggia i dipendenti, ma ha anche un impatto significativo sulla qualità dei servizi pubblici destinati alla collettività.

Impatto Negativo sui Servizi Comunali

1. Qualità dei Servizi Diminuita

I comuni svolgono una vasta gamma di funzioni essenziali, tra cui l’amministrazione locale, i servizi sociali, la manutenzione delle infrastrutture e la gestione dei rifiuti. Se il personale è malpagato e demotivato, la qualità di questi servizi ne risente:

  • Amministrazione Inefficiente: Un personale demotivato e poco incentivato può portare a una riduzione dell’efficienza e della tempestività nelle risposte ai cittadini, ritardando l’erogazione di servizi fondamentali come l’ottenimento di permessi e certificati.
  • Manutenzione delle Infrastrutture: La scarsa retribuzione può influire sulla motivazione degli addetti alla manutenzione, portando a una gestione meno accurata delle strade, dei parchi e delle strutture pubbliche, con conseguenti disagi per la collettività.
  • Servizi Sociali Compromessi: Gli assistenti sociali e altri operatori dei servizi alla persona possono essere meno efficaci nell’offrire supporto a chi ne ha bisogno, se non sono adeguatamente valorizzati.

2. Turnover Elevato e Perdita di Competenze

La bassa retribuzione nei comuni può portare a un alto turnover del personale, poiché i dipendenti cercano lavori meglio remunerati altrove. Questo comporta:

  • Perdita di Competenze: Ogni volta che un dipendente esperto lascia, il comune perde preziose competenze e conoscenze, che richiedono tempo e risorse per essere ricostruite.
  • Formazione Continua: La necessità di formare continuamente nuovi dipendenti rappresenta un costo aggiuntivo e può interrompere la continuità dei servizi.

Impatto Negativo sul Settore Scolastico

1. Qualità dell’Istruzione

Gli insegnanti sono fondamentali per il futuro dei giovani e della società nel suo complesso. Se sono malpagati, possono essere meno motivati e meno efficaci:

  • Prestazioni Insegnanti: Insegnanti demotivati possono essere meno coinvolti nel loro lavoro, riducendo la qualità dell’insegnamento e l’attenzione dedicata agli studenti.
  • Aggiornamento Professionale: La mancanza di incentivi economici può dissuadere gli insegnanti dall’aggiornarsi e formarsi ulteriormente, influenzando negativamente la loro capacità di insegnare con metodi aggiornati e innovativi.

2. Attrazione di Talenti

La scuola, come settore critico della pubblica amministrazione, deve essere in grado di attirare e mantenere i migliori talenti:

  • Bassa Attrattività: Retribuzioni stagnanti e non competitive rendono meno attrattivo il lavoro di insegnante per i giovani laureati, che potrebbero preferire carriere in settori più remunerativi.
  • Mancanza di Innovazione: Con la difficoltà di attirare talenti, le scuole rischiano di perdere l’innovazione e l’entusiasmo necessari per preparare gli studenti alle sfide del futuro.

Conseguenze per la Società

1. Erosione della Fiducia nel Settore Pubblico

Quando i servizi pubblici offerti dai comuni e dalle scuole sono di bassa qualità, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni diminuisce:

  • Percezione di Inefficienza: I cittadini possono percepire l’amministrazione pubblica come inefficiente e non all’altezza delle loro esigenze, portando a un sentimento generale di sfiducia.
  • Partecipazione Civica: La sfiducia nelle istituzioni può ridurre la partecipazione civica e l’impegno dei cittadini nella vita comunitaria.

2. Impatto Economico

Servizi pubblici di bassa qualità possono avere ripercussioni economiche significative:

  • Costi Aggiuntivi: La necessità di riparare o rimediare a servizi pubblici mal gestiti comporta costi aggiuntivi per la collettività.
  • Sviluppo Economico: Un’amministrazione locale inefficiente può ostacolare lo sviluppo economico, rendendo il territorio meno attrattivo per investitori e imprenditori.

Il documento con il costo del lavoro nel conto annuale del personale

Qui il documento al completo.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it