Verranno restituite insieme all’assegno previdenziale di agosto le somme spettanti in qualità di rimborso della mancata indicizzazione delle pensioni operata per gli anni 2012 e 2013 ai trattamenti superiori a tre volte il minimo per effetto del decreto Salva Italia (Dl 201/2011).
Uno stop bocciato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 70/2015, alla quale ha fatto seguito il Decreto Pensioni (Dl 65/2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 maggio 2015) con il quale il Governo ha definito il meccanismo per calcolare quanto incasserà ogni pensionato con il bonus d’agosto e con la nuova rivalutazione 2016.
Per effetto del Decreto Pensioni, la rivalutazione viene riconosciuta ai trattamenti compresi fra tre e sei volte il minimo, con un sistema a scaglioni, mentre per le pensioni più alte non è previsto alcun rimborso. Con il Messaggio n. 4017/2015 l’INPS ha fornito informazioni in merito alla modalità di restituzione dei trattamenti pensionistici interessati: con la mensilità di agosto 2015 l’Istituto provvederà alla liquidazione d’ufficio delle somme spettanti.
L’INPS informa inoltre che gli Istituti di patronato dovranno respingere eventuali domande di ricostituzione dei trattamenti pensionistici interessati e che, di conseguenza, le stesse non potranno essere considerate utili ai fini del finanziamento dell’attività espletata. Queste domande non potranno essere valorizzate con il riconoscimento di 0,25 punti previsti per gli interventi elencati nella tabella A, allegata al D.M. 2013, in quanto, pur se avviate in modalità telematica, non risultano definite con esito positivo.