Nel suo ultimo approfondimento video il Dottor Simone Chiarelli, con l’aiuto dell’Avvocato Lorenzo Tamos, parla di trattamento dei dati personali nei CCNL: focus su accordi aziendali e sindacabilità del giudice.


Il 19 dicembre 2024, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata sulla causa C-65/23, riguardante l’interpretazione di alcune disposizioni chiave del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). La decisione, attesa da tempo, fa luce sulle responsabilità delle aziende nel trattamento dei dati personali dei dipendenti, con particolare riferimento ai trasferimenti transnazionali di informazioni.

Il contesto della controversia

Il caso ha coinvolto un dipendente di una società tedesca, K GmbH, che ricopriva il ruolo di presidente del comitato aziendale. L’azienda aveva inizialmente gestito i dati personali del personale tramite il software SAP per finalità contabili. Tuttavia, nel 2017, la capogruppo D ha introdotto un nuovo sistema di gestione delle risorse umane, il software Workday, basato su cloud, che ha comportato il trasferimento di dati dei dipendenti verso server situati negli Stati Uniti.

In seguito all’introduzione del nuovo software, l’azienda e il comitato aziendale hanno stipulato un accordo che ne limitava l’uso durante la fase sperimentale, consentendo il trasferimento solo di informazioni specifiche, come il nome, il cognome, i recapiti professionali e la data di assunzione. Tuttavia, il dipendente ha denunciato che erano stati trasmessi ulteriori dati sensibili, inclusi dettagli contrattuali e previdenziali, senza una base giuridica adeguata.

Le richieste del ricorrente e la posizione dell’azienda

Di fronte a queste presunte violazioni, il dipendente ha avviato un procedimento giudiziario per ottenere l’accesso ai dati, la loro cancellazione e un risarcimento per danni morali, sostenendo che il trattamento effettuato violava il GDPR. Egli ha evidenziato come l’uso di dati reali non fosse necessario nella fase di test e che l’azienda avesse ecceduto i limiti stabiliti dall’accordo aziendale.

K GmbH, dal canto suo, ha ribadito la conformità delle proprie operazioni al GDPR, sottolineando che spettava al dipendente fornire prove del danno subito e del nesso causale con il presunto trattamento illecito.

Le questioni sollevate dinanzi alla Corte di Giustizia

Il tribunale tedesco ha rimesso la questione alla Corte di Giustizia UE, chiedendo se una normativa nazionale che consente il trattamento di dati personali attraverso contratti collettivi possa derogare ai requisiti generali del GDPR. In particolare, ci si interrogava sulla compatibilità tra tali contratti e le disposizioni del regolamento in tema di necessità del trattamento.

Un ulteriore interrogativo riguardava l’ampiezza della discrezionalità riconosciuta alle parti di un contratto collettivo nella valutazione della necessità del trattamento dei dati, nonché il livello di controllo giudiziario applicabile a tali decisioni.

Le implicazioni della sentenza

La Corte ha stabilito che il trattamento dei dati personali dei lavoratori disciplinato da un contratto collettivo deve rispettare non solo le condizioni specifiche previste dall’articolo 88 del GDPR, ma anche i principi generali del regolamento, come la necessità e la proporzionalità del trattamento.

Questa pronuncia sottolinea l’importanza di una gestione responsabile dei dati da parte delle aziende e chiarisce che l’applicazione del GDPR non può essere elusa tramite accordi collettivi, confermando l’obbligo per i datori di lavoro di adottare misure adeguate a proteggere le informazioni personali dei dipendenti.

CCNL e trattamento dati: accordi aziendali e sindacabilità del giudice [VIDEO]

Per illustrare questa interessante materia, Simone Chiarelli, dirigente di Pubblica Amministrazione Locale ed esperto in questioni giuridiche di diritto amministrativo nei settori degli appalti, SUAP, e disciplina generale degli Enti locali, ha messo a disposizione un video grazie al supporto dell’Avvocato Lorenzo Tamos.

Qui il testo della causa esaminata dalla Corte di Giustizia Europea.

Potete guardare il video nel player qui di seguito.


Fonte: articolo della redazione, video di Simone Chiarelli e Lorenzo Tamos (Omniavis.it)