Gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs act sono in dirittura d’arrivo. Saranno varati al prossimo consiglio dei ministri entro giovedì, in modo da essere presentati entro lunedì alle Camere. Si tratta della riforma della Cassa Integrazione, dell’istituzione dell’Agenzia ispettiva unica, dell’Agenzia nazionale per l’occupazione e della revisione della disciplina dei controlli a distanza. Le novità più attese riguardano la cassa integrazione che sarà estesa anche alle imprese oltre i 5 dipendenti a cui si chiederà però il pagamento di un contributo mensile ridotto (tra lo 0,45% del monte salariale a un massimo dello 0,65%) che andrà ad alimentare appositi fondi di solidarietà.
La bozza di Dlgs sulla razionalizzazione degli ammortizzatori sociali conferma poi la fine dei sussidi in deroga nel corso del 2016. Niente piu’ cassa e mobilità in deroga. A regime resterà solo la cig e i contratti di solidarietà che potranno erogare un’integrazione salariale sino ad un massimo di 24 mesi in un quinquennio mobile (sei mesi in più quelle considerate strategiche). Viene introdotto una sorta di meccanismo bonus-malus, per cui l’aliquota ordinaria viene tagliata del 10%, ma le aziende che utilizzano molto lo strumento dovranno pagare un sovrapprezzo che va dal 9% al 12% fino al 15% (rispettivamente dopo 12, 24 e 36 mesi). L’obiettivo della riforma è quello del resto di modificare i comportamenti delle aziende per ritornare a un uso virtuoso della cassa che non potrà più servire a mantenere in piedi aziende decotte.
Si completa poi il passaggio alla Naspi. Dal 2017 andrà in soffitta infatti l’indennità di mobilità ordinaria (una misura già peraltro prevista con la legge 92/2012) con la precisazione che, dal 1° gennaio 2017, il contributo dello 0,30% che oggi pagano le imprese che utilizzano questo ammortizzatore resterà alle aziende (non verrà trattenuto dall’Erario); questi fondi potrebbero essere utilizzati per altre finalità: per esempio, per sostenere le ristrutturazioni aziendali (con agevolazioni fiscali previdenziali per i lavoratori in uscita e meccanismi di staffetta generazionale). La Naspi, la nuova indennità di disoccupazione, durerà strutturalmente 24 mesi anche dopo il 2016.