busta arancioneAl vie le prime simulazioni della pensione futura. L’INPS ha dato mandato alle Poste di spedire 150 mila lettere contenute nelle cosiddette “buste arancioni” con l’estratto conto contributivo e la simulazione standard della pensione futura. L’invio, secondo fonti vicine al dossier, sarà in modo casuale, almeno dal punto di vista dell’età anagrafica dei destinatari. La consegna avverrà entro la settimana, come anticipato dal presidente dell’istituto di Previdenza, Tito Boeri.  Si tratta di un progetto realizzato in collaborazione con Agid, ha spiegato Boeri, che permetterà di “raggiungere chi non è digitalizzato invitando queste stesse persone a munirsi di spid”, il pin unico per accedere ai servizi on line. Con l’operazione trasparenza che l’Inps sta effettuando sarà cancellato con un colpo di spugna «il fatto gravissimo» di venti anni in cui, sulle pensioni, per la mancanza di informazioni «i contribuenti sono stati indotti a fare delle scelte sbagliate».

 

Cosa conterranno le buste arancioni? L’iniziativa, ricorda l’Inps, consentirà al lavoratore di: controllare i contributi che risultano versati in INPS, conoscere la data in cui si matura il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata, calcolare l’importo stimato della pensione, ottenere una stima del rapporto fra la prima rata di pensione e l’ultimo stipendio (tasso di sostituzione). I destinatari delle buste sono 7 milioni di italiani del settore privato che non hanno il PIN, ovvero il codice per l’accesso online al sito dell’INPS per la simulazione della pensione. La platea si espande anche ai dipendenti pubblici, che però riceveranno le informazioni insieme al cedolino.

 

Una svolta che il presidente dell’Inps, Tito Boeri, sottolinea con forza: «Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito ad una sorta di ignavia di Stato», per cui «nell’arco di sei legislature, da quando è stata varata la riforma Dini», che ha sancito il passaggio dal sistema di calcolo pensionistico retributivo a quello contributivo «non si è voluto informare i cittadini del cambiamento».  «È importante –  ha sottolineato – rendere consapevoli i cittadini del legame tra contributi versati e futuro previdenziale: se i contributi vengono percepiti come risparmio forzoso invece che come tasse, allora diventano parte del nostro pacchetto retributivo».

 

Boeri ha inoltre ribadito la sua posizione sulla flessibilità in uscita: “l’intervento sul sistema pensionistico per introdurre la flessibilità in uscita “andrebbe fatto adesso” e “se si facesse con la legge di Stabilità per il 2017, andrebbe certamente bene, ma non andrebbe bene intervenire tra tre anni”. Il Governo, nei giorni scorsi, ha aperto ad un intervento sul sistema pensionistico, con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, tornato a parlare in particolare di flessibilità in occasione della sua audizione alle commissioni bilancio di Camera e Senato sul nuovo DEF 2016