buoni-pasto-pa-soluzioniLa crisi dei buoni pasto nella PA: soluzioni in programma per risolvere il problema? Vediamo quali sono i possibili scenari per uscire dall’impasse.


La crisi dei buoni pasto Qui! agita i lavoratori, in gran parte della Pubblica amministrazione, che si ritrovano nel portafoglio i blocchetti di ticket non più utilizzabili. Con la revoca della convenzione, si apre un problema sia per i lavoratori della società che per i dipendenti pubblici che hanno in tasca i buoni. La convenzione Consip è infatti la cornice entro la quale si muovono le singole amministrazioni che si devono approvvigionare di ticket da assegnare ai loro dipendenti, ma la sua rottura non fa decadere automaticamente i rapporti instaurati tra le varie Pa e il gruppo Qui!.

 

La soluzione al problema, invece, è messa in piedi dalla stessa Consip nel giro stretto di pochi giorni, in due mosse: un ponte fino a fine anno, con il subentro di chi ha partecipato senza vincerla alla gara sfociata tre settimane fa nella revoca della concessione a Qui!, e poi l’aggiudicazione dell’edizione numero 8 di un appalto che in tutto vale un miliardo di euro.

 

Si dovrebbe chiudere così la falla che ha bloccato i buoni in tante Pa, da Palazzo Chigi allo stesso ministero dell’Economia fino alle sedi territoriali e alle amministrazioni locali nelle cinque Regioni (oltre al Lazio, ci sono Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta e Liguria) inserite nei due lotti vinti due anni fa dal Gruppo Qui!. La nuova gara Consip 8, ha un valore complessivo di un miliardo di euro, per i buoni pasto emessi a favore dei lavoratori dell’amministrazione pubblica.

 

Contratto PA e Buoni Pasto

 

L’articolo 26 del nuovo contratto degli enti locali, sui buoni pasto, la cui pre-intesa è stata siglata il 21 febbraio scorso, opera un rinvio alla disciplina previgente, di cui agli articoli 45 e 46 del Ccnl del 14.9.2000 e all’articolo 13 del Ccnl 9.5.2006, aggiungendo alcune importanti novità alla disciplina delle pause di lavoro.

 

I buoni pasto possono essere richiesti dai lavoratori sia full-time che part-time quando presso l’azienda non è presente il servizio di mensa oppure tale servizio non è previsto per una categoria di lavoratori. Ogni lavoratore ha diritto ad un buono pasto giornaliero, per ogni giorno di lavoro effettuato, dal valore compreso tra i 2 e i 10 euro, che va speso interamente e non dà diritto a resto.