Tra le ultime novità, relative al rinnovo dei contratti dei dipendenti statali, ci sarebbe anche l’aumento dello stipendio e dello smart working: ecco cosa sapere.
Continuano le discussioni per il rinnovo dei contratti del comparto statale, che comprende ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici.
L’Aran ha già confermato la proposta di aumenti della retribuzione media complessiva a regime di 160 euro, pari al 5,74%.
Ma il Governo Meloni potrebbe prevede un ulteriore aumento, per tutti i dipendenti pubblici, pari allo 0,22%, in forma di salario accessorio.
Questo porterebbe ad un aumento complessivo fino al 6%.
Ecco cosa c’è da sapere.
Aumento stipendio per rinnovo contratti dipendenti statali: le ultime novità
Nei giorni scorsi, durante l’assemblea di Confindustria, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta sul tema:
“Intendiamo accelerare nel 2024 la stagione dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, che è stata avviata nel 2023. In questi mesi le retribuzioni medie contrattuali sono aumentate del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2023. Merito della contrattazione, merito delle parti sociali, merito anche di un lavoro di accompagnamento che il governo ha fatto chiaramente con le sue iniziative”.
L’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) ha confermato la proposta di incrementi della retribuzione media complessiva a regime di 160 euro. L’aumento, però, potrebbe salire a 190 euro in alcuni settori della Pubblica amministrazione centrale.
Ricordiamo che il contratto comprende circa 122mila dipendenti ministeriali, quasi 38mila dipendenti delle agenzie fiscali e 37mila dipendenti che lavorano in enti pubblici non economici (come Inps e Inail).
Gli aumenti potrebbero essere i seguenti:
- 110,4 euro per gli operatori;
- 116,1 euro per gli assistenti;
- 141 euro per i funzionari;
- 194 euro per le elevate professionalità, categoria nata per includere i quadri tecnici della Pubblica amministrazione.
Inoltre, come anticipato, potrebbe esserci un’apertura del Governo Meloni per un ulteriore aumento, esteso a tutti i dipendenti pubblici, dello 0,22%, in forma di salario accessorio. L’operazione avrebbe un costo di 250 milioni di euro.
L’aumento, però, arriverebbe solo col nuovo anno, data l’entrata in vigore della Manovra a gennaio.
Oltre all’aumento dello stipendio, potrebbe essere previsto anche uno smart working rafforzato. Per i lavoratori più anziani potrebbe essere prevista, da parte delle singole Amministrazioni, una maggiore flessibilità nelle ore di lavoro. Perciò, i senior potrebbero ricorrere maggiormente al lavoro da casa.
Novità anche per le forze di Polizia
Ci sarà un aumento dello stipendio anche per le forze di Polizia, pari al 5,78%.
I sindacati di settore, però, vogliono che la cosiddetta “specificità” sia fatta valere durante la contrattazione e che, quindi, sia remunerata di più.
Per “specificità”, s’intende il riconoscimento alle forze di Polizia e alle forze armate dei trattamenti differenziati, in alcune occasioni, rispetto agli altri dipendenti pubblici.
Questo perché svolgono un lavoro “specifico”, con compiti attinenti alla tutela delle istituzioni democratiche, alla difesa dell’ordine e della sicurezza, interna ed esterna.
Novità anche per quanto riguarda le pensioni, in particolare per poliziotti e militari che lasciano il lavoro a 60 anni. Si tratta, infatti, di una circostanza che non consente di poter costruire una previdenza integrativa.
Inoltre, con l’attuale sistema contributivo, si rischia di ricevere un assegno pensionistico basso.
Per questo, si richiede un rafforzamento della prevenzione dedicata e di calcolare la loro pensione come se avessero 67 anni (e non 60).