Ecco le ultime novità su una vicenda che di recente aveva fatto parecchio discutere la Stampa e l’opinione pubblica.
Aveva fatto molto scalpore la vicenda degli aumenti di stipendio al personale del Garante Privacy: ma Draghi ha deciso di toglierli dal testo definitivo del Decreto Infrastrutture.
Infatti, a quanto pare, adesso l’art. 10 che faceva lievitare senza alcuna giustificazione le buste paga di quella Authority è stato tagliato dal decreto legge preparato dal ministero delle Infrastrutture guidato da Enrico Giovannini.
Scopriamone di più.
Aumenti di Stipendio al personale del Garante Privacy: Draghi decide di cancellarli
La norma ad hoc inizialmente risultava inserita di nascosto da una “manina” non ben specificata nella bozza del decreto Draghi-Giovannini per l’ammodernamento delle infrastrutture del Paese.
Questa misura ad hoc risultava inserita all’articolo 10 del decreto, «Proposta Garante Privacy».
Secondo quanto ricostruito dal Quotidiano Il Tempo, oltre alle somme percepite già dalla legge (240mila euro lordi l’anno per i vicepresidenti come tetto massimo, più 160mila euro a testa per gli altri componenti) il Decreto forniva delle ulteriori somme aggiuntive.
Il comma 1 dell’art. 10 stabiliva che anche i tre componenti del Collegio avrebbero percepito, come il presidente:
«un’indennità di funzione pari alla retribuzione in godimento al primo Presidente della Corte di Cassazione, nei limiti previsti dalla legge per il trattamento economico annuo omnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali».
Le precisazioni nella nota di Palazzo Chigi
Il caso, come abbiamo anticipato sopra, aveva generato grande scalpore, con l’opinione pubblica che si era indignata per questo inserimento celato nel testo del Decreto.
Pertanto a fornire precisazioni ci ha pensato lo stesso Mario Draghi, che non solo li ha cancellati dal testo, ma ha anche fornito ulteriori precisazioni sull’intera vicenda.
“Le notizie di stampa riguardanti presunti aumenti di stipendio per i vertici e i dipendenti dell’Autorità del Garante della privacy fanno riferimento a bozze di provvedimenti mai presi in considerazione”.
Questo è infatti quanto risulta dal testo della nota arrivato da Palazzo Chigi, che segnala quindi la marcia indietro rispetto a quanto era previsto inizialmente.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it