Con la nuova direttiva, firmata dal Ministro Zangrillo, è stato deciso che gli eventuali aumenti sugli stipendi dei dipendenti pubblici saranno legati ai risultati. Ecco cosa sapere.
Nella Legge di Bilancio 2024, un terzo di tutte le risorse è stato stanziato per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici.
Una buona parte di questi fondi sarà riservata agli “istituti collegati alla produttività”.
Questo significa che i prossimi aumenti di stipendio degli statali dovranno tenere conto maggiormente dei risultati raggiunti da ciascun dipendente e non entreranno nel cosiddetto “tabellare”, ovvero la parte di retribuzione riservata a tutti.
Vediamo nel dettaglio.
Aumento stipendi dipendenti pubblici: quanto influenzeranno i risultati?
La novità è stata introdotta dalla cosiddetta “direttiva madre”, l’atto firmato dal Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, che porterà alla convocazione dei tavoli tra l’Aran e i sindacati.
Con la direttiva madre saranno delineate le linee guida del Governo che l’Aran dovrà seguire, dopo aver ottenuto il via libera dal Ministero dell’Economia.
Nella direttiva si punta maggiormente sulla valutazione dei dipendenti, sia per quanto riguarda il pagamento del salario accessorio (ovvero i premi) e sia per quanto riguarda le progressioni economiche (ovvero gli scatti di stipendio).
Si evidenzia così l’intenzione di evitare una distribuzione generalizzata dei premi, che potrebbe verificarsi se tutti i dipendenti ottenessero il massimo dei voti nelle valutazioni. Si direbbe così definitivamente l’addio alla distribuzione dei premi a pioggia, come accade nella maggior parte delle amministrazioni.
L’obiettivo è quindi quello di differenziare i premi in base alle effettive performance dei dipendenti, cercando di eliminare pratiche di assegnazione automatica dei premi.
Il fine è pertanto quello di valorizzare di più il merito, specialmente quello individuale, spesso sottovalutato all’interno della Pubblica Amministrazione.
Come spiegato nella direttiva:
“sarà necessario garantire che alla differenziazione dei giudizi valutativi corrisponda una effettiva diversificazione dei trattamenti economici correlati”.
Secondo Zangrillo, se non si riuscisse a premiare i dipendenti migliori, potrebbero esserci “seri rischi da un punto di vista organizzativo, con un impatto negativo sulla motivazione dei dipendenti”.
Premiando i dipendenti migliori, non solo vuol dire gratificarli col salario accessorio, ma significa anche dare loro una corsia preferenziale nelle progressioni economiche con gli scatti di stipendio che, finora, hanno premiato più l’anzianità che il merito.
Quali saranno i prossimi step?
Nei prossimi step, ci sarà la scrittura e la trasmissione degli atti per ognuno dei quattro comparti della Pubblica Amministrazione:
- Funzioni centrali;
- Funzioni locali;
- Sanità;
- Istruzione.
Solitamente le trattative partono dal comparto delle funzioni centrali ma, come annunciato dal Ministro Zangrillo, stavolta l’iter sarà invertito.
Il primo a partire sarà il comparto Sanità, che ieri ha firmato il rinnovo del contratto del 2019/2021, il quale porterà ad aumenti medi di 250 euro e arretrati fino a 11mila euro.
Si proseguirà, poi, coi negoziati con infermieri e medici e parallelamente saranno avviate le trattative per il comparto degli enti locali. A febbraio toccherà alle trattative con la sicurezza e la difesa.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
bene, così i colleghi leccapiedi anche se non fanno nulla avranno gli aumenti, e quelli che lavorano ma stanno antipatici ai dirigenti, nulla. Complimenti. Un Paese fallito.
Ma poi, quale premio di produttività? Noi sono più di 20 anni che non lo prendiamo perché “non ci sono fondi”.
Li prendono i dirigenti i premi di produttività. I sindacati dormono. Complimenti.
Le regole, nella P.A. , sono sempre applicate a discrezione del politico di turno in modo arbitrario. Dopo 42 anni di lavoro ho visto naufragare leggi innovative che potevano realmente rivoluzionare la PA come la Bassanini e la Brunetta. Tutto come prima. Perché non c’è la vera volontà di innovare. La politica vuole sempre e comunque il dominio della cosa pubblica.
Quando mai il merito nella PA è stato valutato, cominciamo allora dai dirigenti spesso non adeguati ai ruoli assegnati
Esatto,chi lavora veramente e non lecca non avrà i premi e chi lecca e non fa niente li avrà.Secondo me,dovrebbero cambiare per prima i dirigenti che premiano i leccaculo perché l,sono per prima loro ad essere messi in quella posizione lavorativa non per meritocrazia ma perché anche loro sono leccaculo del politico quindi,come possono dare il premio a chi merita se loro stessi non conoscono cosa vuol dire meritocrazia?bene,se saranno premiati i leccaculo e i nullafacenti io dico che,la pubblica amministrazione se andava avanti per chi lavorava veramente e non leccaca,adesso,se non ricevono i premi chi merita,anche loro per sgarbo… Leggi il resto »
La sanità è una vera C…. Ci sono alcuni infermieri e medici che vengono pagati uguali con lo stesso stipendio di chi sta nei poliambulatori o negli ospedali,solo che questi leccano il popò ai dirigenti e stanno negli uffici a fare attività amministrativa che nemmeno loro sanno cosa sia, l’Italia fa schifo e la vera mafia sta nel sistema sanitario nazionale che dovrebbe garantire la cosa più importante…..la salute dei cittadini come previsto dall’articolo 32della nostra costituzione. Mi vergogno di essere italiano
non saprei trovare qualcosa che funziona bene