Aumenti Stipendi Dipendenti Pubblici 2022: quando arriveranno esattamente in busta paga e nelle tasche degli Statali? Scopriamolo.
Ricordiamo che prima di Natale è stato raggiunto l’accordo sugli aumenti contrattuali per la Pubblica Amministrazione centrale: l’intesa sul nuovo contratto per il triennio 2019-21 (CCNL Funzioni Centrali) è stata siglata da ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil.
Si tratta di un accordo importantissimo, perché risulta indicativo e funge da mappa anche per tutte le altre aree del comparto pubblico.
Scopriamone di più su tempistiche, struttura dei trattamenti e importi.
Aumenti Stipendi Dipendenti Pubblici 2022: quando in busta paga?
Dunque quando arriveranno effettivamente in busta paga aumenti stipendiali e arretrati dei dipendenti pubblici?
La pre-intesa firmata dai sindacati con l’Aran dovrà adesso iniziare la procedura di verifica che va:
- dai comitati di settore
- per poi passare alla Ragioneria generale dello Stato per la verifica delle quantificazioni
- e infine approdare alla Corte dei Conti per il controllo di legittimità.
Poi l’intesa arriverà in consiglio dei ministri che dovrà dare il via libera per la firma definitiva del contratto. Si tratta di una procedura che di consueto occupa tra i due e i tre mesi di tempo.
Gli aumenti, e dunque anche gli arretrati, potrebbero dunque arrivare in busta paga tra febbraio e marzo.
Struttura del trattamento economico
In particolare, viene definita la struttura della retribuzione per funzionari, assistenti e operatori, la quale si compone di:
- stipendio (che consiste in stipendio tabellare e differenziale stipendiale);
- retribuzione di anzianità;
- compensi per prestazioni straordinarie;
- retribuzione prevista per particolari performance e obiettivi raggiunti, sia a livello individuale che di organizzazione;
- altri compensi previsti dal CCNL di riferimento;
- compensi specifici derivanti da particolari disposizioni legislative.
Gli importi
Si partirà da una base di aumento medio in busta paga del 3,78% in base alle retribuzioni percepite dai dipendenti del pubblico impiego (con punte anche del 4,15%), includendo anche l’elemento perequativo spettante per i redditi più bassi.
In sintesi, facendo riferimento alla Tabella 1, “Misura annua lorda e numero massimo dei differenziali stipendiali”, è che l’aumento loro degli stipendi della PA corrisponderà a:
- 2250 euro annuali per i funzionari, i quali potranno accedere a 5 scatti di anzianità;
- 1250 euro annuali per gli assistenti, i quali anch’essi potranno accedere a 5 scatti di anzianità;
- 800 euro annuali per gli operatori, i quali potranno accedere soltanto a 2 scatti di anzianità.
Se invece si fa riferimento alle singole aree (in relazione alle aree del comparto delle Funzioni Centrali, per le altre ci sarà maggiore chiarezza alla firma dei contratti che riguardano ogni comparto):
- ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici: da 63 euro lordi mensili per lavoratori di livello F1 a 117 euro lordi mensili per gli ispettori generali;
- Cnel: da 63 euro lordi mensili per lavoratori di livello A1 a 106 euro lordi mensili per lavoratori di livello C;
- Enac, Ansfisa, Ansv: da 62,30 euro lordi mensili per lavoratori di livello A1 a un massimo di 151,80 euro lordi mensili per lavoratori di livello PII 4 Super;
- Agid: da 63 euro lordi mensili per lavoratori di livello F1 a un massimo di 194,46 euro lordi mensili per lavoratori di livello F9.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it