posizioni, contratti ata, assunzioniLe assunzioni dell’organico aggiuntivo previsto dal disegno di legge sulla scuola, pari a circa la metà delle 100 mila assunzioni complessive, di fatto sono già saltate.

 

Per ottenere l’assegnazione dei docenti in più rispetto all’organico di diritto, le scuole, infatti, dovrebbero elaborare e deliberare a tempo di record quello che il disegno di legge chiama Piano triennale dell’offerta formativa.

 

Oltretutto non si entrerà ancora nel merito degli articoli 9 e 10 che riguardano i poteri dei dirigenti e le assunzioni.

 

Su questi articoli continua il braccio di ferro tra maggioranza e minoranza PD, con questi ultimi decisi a dettare le modifiche al ddl per il voto sugli emendamenti.

 

Notizie hanno dato per certe delle modifiche da parte degli stessi relatori, ma bisognerà vedere se sono in linea con le richieste del mondo della scuola.

 

Non tira una bella aria al Senato, la maggioranza rischia di giocarsi il tutto per tutto sull’articolo 10, sul piano assunzioni, dato che le opposizioni, anche quelle interne al PD, potrebbero coalizzarsi per far approvare delle modifiche pesanti.

 

La minoranza Pd continua a chiedere, durante il passaggio del ddl Scuola al Senato, lo stralcio dell’articolo 10 sul piano straordinario di assunzioni. Oltre alla minoranza, anche le opposizioni chiedono di cancellare l’articolo e di rinviare a un decreto ‘ad hoc’ le oltre 100mila assunzioni.

 

Inoltre come sappiamo ormai tutti il premier Matteo Renzi aveva affermato nel corso della puntata di “Porta a Porta” sulla riforma della scuola: “Quest’anno con tremila emendamenti in commissione non si assumono i 100 mila precari”.

 

Niente legge, niente effetti. E se la legge non ha effetti, sono nulli anche i provvedimenti di attuazione. Resta il fatto, però, che le norme per effettuare le immissioni in ruolo sull’organico di diritto ci sono già.

 

L’esecutivo insomma non può esimersi dall’effettuare almeno le immissioni in ruolo già disciplinate, quelle a copertura del turn over. L’obbligo deriva dal fatto che la reiterazione dei contratti a termine sui posti vacanti è stata sanzionata sistematicamente dalla giurisprudenza.

 

I sindacati sono sul piede di guerra: “Siamo pronti a offrire patrocinio gratuito per tutti i precari traditi dal Governo”, annuncia con fermezza il presidente Anief, Marcello Pacifico, mentre si reca alle nuove manifestazioni organizzate oggi dal personale della scuola nei pressi di Palazzo Madama, dove il disegno di legge sta vivendo momenti di stallo a seguito della possente protesta trasversale condotta negli ultimi mesi contro la sua approvazione.

 

“Siamo di certo soddisfatti di questo stop alla riforma. Ma non altrettanto del blocco delle assunzioni programmate. In questo modo – continua il sindacalista – ci si prende beffa del Parlamento e della Commissione europea. Lo avevamo detto chiaramente il 7 aprile scorso, in audizione presso la Camera dei Deputati, davanti alle commissioni Cultura e Istruzione rispettivamente di Camera e Senato. Sono trascorsi due mesi, durante i quali abbiamo vissuto scioperi ad oltranza, con adesioni mai raggiunte, e miriadi di manifestazioni anti-riforma. Ora, però, ci si accorge che potrebbe saltare tutto. È una situazione davvero intollerabile”.

 

“Il premier ha fatto numerosi tentativi di limare un ddl inadeguato alle reali esigenze della scuola, ma non a cambiare l’impianto, cosa che sarebbe stata fondamentale affinche’ la riforma della scuola potesse partire con il piede giusto”. Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo.

 

“Che il governo non avesse le reali intenzioni di procedere con le 100 mila assunzioni in ruolo del personale della scuola lo abbiamo da sempre sostenuto, allo stesso modo come abbiamo evidenziato – osserva il sindacalista -, che il premier avrebbe cercato di far ricadere la colpa su terzi, rei solo di non aver accettato una riforma che avrebbe distrutto la scuola italiana.

 

Tra l’altro le 100mila assunzioni non coprirebbero i posti vacanti e disponibili in organico di diritto, ma sarebbero solo una prima tranche di un piano pluriennale che il governo avrebbe dovuto predisporre.

 

Alla luce di di tutto questo, per Mascolo “risulta difficile credere che le politiche del governo siano mirate a rilanciare la scuola pubblica, mentre sembra piu’ coerente dire che ancora una volta il premier cerca di far cassa, tra l’altro rendendola inefficiente e non competitiva, a danno degli alunni e delle famiglie”.