assunzioni-enti-locali-comuni-contro-portale-unicoDa Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani, le richieste di modiche al D.L. n. 36/2022: i Comuni si schierano contro il portale unico del reclutamento. Scopriamone i motivi.


Il provvedimento, tra le altre cose, introduce misure di semplificazione dei concorsi pubblici mediante la abrogazione di norme e novità sulle assunzioni.

Ad esempio, le assunzioni a tempo determinato e indeterminato nelle amministrazioni pubbliche centrali, nelle autorità amministrative indipendenti nonché alle Regioni ed enti locali, avvengano mediante concorsi ai quali si può accedere esclusivamente mediante la previa registrazione nel Portale InPa, operativo a far data dal 1° luglio 2022.

Ed è qui che i Comuni si stanno opponendo, presentando le sopra citata proposte di modifica.

Assunzioni negli Enti Locali: i Comuni si schierano contro il Portale Unico

L’Anci pertanto propone alcune modifiche al D.L. n. 36/2022, il decreto Pnrr bis.

Nello specifico l’art.2, comma 2, del decreto sopra citato chiarisce che le nuove funzionalità del Portale del Reclutamento saranno operative per le amministrazioni centrali, come anticipato, dal luglio 2022, e che le  amministrazioni centrali utilizzano il portale per tutte le procedure di reclutamento a tempo determinato e indeterminato dal 1° novembre 2022.

Il commento dell’ANCI, in questa nota, è stato il seguente:

Sul punto, a fronte dell’esigenza di garantire la piena autonomia dei Comuni e delle Città metropolitane nella gestione delle proprie procedure di reclutamento, anche alla luce delle nuove e diverse modalità messe a disposizione dalla legislazione più recente, l’ANCI chiede che tali ulteriori modalità di utilizzo del Portale del reclutamento siano configurate come facoltative per Comuni e Città metropolitane e non obbligatorie, anche per non aggravare le procedure di reclutamento di ulteriori adempimenti burocratici.

I comuni chiedono inoltre di allentare le limitazioni introdotte a comandi e distacchi.

Con le nuove previsioni, infatti, sono possibili, dallo scorso 1° maggio, solo nel 25% dei posti per i quali è andata deserta la copertura tramite mobilità volontaria; di fatto, ciò rende inapplicabili questi istituti per la maggioranza degli enti locali.

Il testo completo della nota ANCI

Potete leggere qui il testo completo della nota.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it