assomed-carenza-medici-specialistiUn Sistema Sanitario in crisi è la fotografia rilevata da Assomed: allarme per carenza di medici specialisti, un numero elevato che tende ad aumentare nei prossimi anni.


Un Sistema Sanitario in piena crisi di risorse professionali mediche che rischia di accentuarsi nei prossimi anni, è questa la fotografia dell’Anaao Assomed sulla situazione del Ssn.

 

Tra i fattori della carenza di specialisti; imbuto formativo, blocco del turnover ed emorragia di pensionamenti.

 

Lo studio

 

Lo studio dell’Anaao Assomed torna a puntare il dito sulla mancanza di specialisti all’interno del Ssn e sull’accelerazione del loro pensionamento. Una realtà che sta assumendo i contorni “di una vera emergenza nazionale”.

 

Secondo Assomed l’esodo di medici dagli ospedali italiani si tradurrà nel 2025 in una carenza di 16.500 specialisti.

 

Tra le specialità più sofferenti figurano Medicina d’emergenza-urgenza e Pediatria: le stime indicano un ammanco rispettivamente di 4.180 e 3.323 specialisti.

 

L’Assomed ha più volte sollecitato il Governo, anche quello precedente, a porre dei correttivi per far fronte a questa emergenza.

 

Un primo risultato è stato ottenuto nella Legge di Bilancio per il 2019 con la previsione della partecipazione degli specializzandi dell’ultimo anno a concorsi per dirigenti medici del Ssn“.

 

Proiettando al 2025 il numero di specialisti che potrebbero essere formati dalle scuole MIUR, considerato il numero totale di medici specialisti attivi nel SSN e stimando i pensionamenti dal 2018 al 2025 in 52.500 unità (circa il 50% dell’attuale popolazione attiva), il risultato è una carenza di circa 16.500 specialisti.

 

La gran parte delle discipline analizzate andranno in deficit di specialisti secondo lo studio e per alcune di esse la carenza rispetto al numero di specialisti formati sarà maggiore, andando a costituire una vera e propria emergenza già nel breve termine.

 

Abbiamo calcolato un dato, incrociando la proiezione del numero di specialisti che, a programmazione invariata, potrebbero uscire dalle scuole universitarie nei prossimi otto anni, con una previsione dei possibili pensionamenti di specialisti attivi nel Ssn – spiega l’Anaao – e abbiamo stimato che solo il 75% degli specialisti formati scelga di lavorare per il Ssn.

 

Dall’analisi si evince che la gran parte delle discipline andranno in deficit di specialisti, ma per alcune la carenza sarà proprio drammatica.

 

Secondo le proiezioni del sindacato, nel 2025 mancheranno: 4180 medici d’emergenza-urgenza, 3323 pediatri, 1828 medici di medicina interna, 1395 anestesisti, 1274 chirurghi generali, 932 psichiatri, 709 specialisti in malattie dell’apparato cardiovascolare, 644 ginecologi, 604 specialisti in radiodiagnostica e 489 ortopedici.

 

Pensionamenti e nuove entrate

 

Secondo le stime nei prossimi anni si laureeranno in media circa 10.000 medici ogni anno. A questo dato non corrispondono però altrettanti contratti di lavoro. Infatti, il numero di contratti di formazione post lauream, che nel 2018 è arrivato a circa 7.000, è da tempo insufficiente a coprire la richiesta di specialisti rispetto al numero di laureati.

 

Assomed lo definisce un “imbuto formativo”, che nel tempo ha ingabbiato in un limbo circa 10.000 giovani medici, che aumenteranno nei prossimi 5 anni fino ad oltre 20.000 senza un forte incremento dei contratti di formazione.

 

Secondo lo studio in questione, la curva dei pensionamenti raggiungerà il suo culmine tra il 2018 e il 2022 con uscite valutabili intorno a 6000/7000 ogni anno.

 

Siamo di fronte, infatti, ad una popolazione professionale particolarmente invecchiata per il blocco del turnover: già nel 2015 ben il 67% dei medici dipendenti aveva più di 50 anni.

 

Dallo studio della curva demografica si evince come l’emorragia di medici raggiungerà la cifra di circa 52.000 unità entro il 2025.

 

Inevitabile, invece, l’effetto di accelerazione delle uscite che si concentreranno soprattutto tra il 2019 e il 2022. È evidente, quindi, che non basteranno i giovani medici a sostituire i pensionamenti, per colpa dell’errata programmazione degli specialisti perpetrata negli anni passati, secondo lo studio Assomed.

 

Per quanto riguarda la Legge di Bilancio 2019 secondo il sindacato sarebbe comunque auspicabile una previsione più esplicita di assunzione in servizio a tempo determinato degli specializzandi, anche prima del conseguimento del titolo.

 

Ma, soprattutto, nella legge appena approvata dal Parlamento manca, come si legge nello studio, una decisa svolta nelle politiche assunzionali che superi il blocco introdotto con la Legge Finanziaria 2006.