Gli assegni familiari (ANF) sono quei contributi mensili che l’Inps riconosce ai lavoratori dipendenti per aiutarli nel sostegno della loro famiglia, ma in alcuni casi possono toccare anche ai lavoratori autonomi?
Solo in alcuni casi, infatti, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale riconosce ai lavoratori autonomi un contributo economico mensile per il sostegno dei familiari a carico. Ma di quali casi parliamo in parole povere?
A questo link alcuni chiarimenti sull’aspettativa nel Pubblico Impiego.
Gli assegni familiari: cosa sono?
L’assegno per il nucleo familiare è stato introdotto con decorrenza 1° gennaio 1988 dall’ articolo 2 del D.L. 13 marzo 1988, n. 69 , convertito con modificazioni dalla L. 153/1988 (in sostituzione di precedenti strumenti quali gli assegni familiari, le quote di aggiunta di famiglia, ecc.) Si tratta di una prestazione di carattere previdenziale, erogata con cadenza mensile su richiesta del lavoratore o del pensionato (unitamente alla retribuzione o alla pensione). L’assegno ha la funzione di integrare la retribuzione dei lavoratori che si trovano in determinate situazioni familiari e di reddito.
Soggetti beneficiari dell’assegno sono:
a) i lavoratori dipendenti che prestino la propria attività nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla nazionalità (compresi i soci lavoratori di cooperative, anche di fatto e i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps);
b) i titolari di pensione derivante da un precedente rapporto di lavoro;
c) i lavoratori assistiti dall’assicurazione contro la tubercolosi;
d) ulteriori soggetti titolari di particolari rapporti di lavoro, individuati dalla prassi amministrativa e dalla stessa legge (come i lavoratori agricoli dipendenti; autisti dipendenti da privati; detenuti lavoratori; dipendenti di partiti politici e sindacati; dirigenti; domestici; lavoratori a domicilio; lavoratori in malattia, cassa integrazioni e disoccupazione; lavoratori in mobilità ; lavoratori titolari di contratti di lavoro part- time e job-sharing ; lavoratori con contratto di somministrazione; lavoratori distaccati; lavoratori in aspettativa per cariche pubbliche; soci azionisti dipendenti).
Assegni familiari lavoratori autonomi?
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale riconosce ai lavoratori autonomi un contributo economico mensile per il sostegno dei familiari a carico, nel dettaglio:
- i coltivatori diretti (o anche coloni e mezzadri);
- i piccoli coltivatori diretti;
- i titolari delle pensioni a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani e commercianti compresi).
Ai coltivatori diretti, coloni e mezzadri spettano appena 8,18 euro mensili per ogni familiare a carico, mentre per i pensionati iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi si sale a 10,21 euro. Ai piccoli coltivatori diretti, invece, sono riconosciuti 1,21 euro per ogni genitore a carico o equiparati.
Come richiederli?
All’interno dell’area riservata di NoIPA, il portale della Pubblica Amministrazione, è stato caricato un nuovo modulo, dopo che qualche giorno fa l’Inps aveva aggiornato i livelli di reddito. Con la circolare n. 68/2018 dell’istituto di previdenza sono stati comunicati i nuovi importi e limiti di reddito che consentono l’attribuzione degli assegni per il nucleo familiare nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 giugno 2019.
Per la domanda relativa agli assegni per il periodo 1 luglio 2018-30 giugno 2019 occorrerà utilizzare il nuovo modulo compilato a cura del lavoratore (personalmente o con l’aiuto di un patronato), indicando il reddito familiare complessivo percepito nel 2017, i redditi a tassazione separata indicati nella Certificazione Unica 2018 e allegando copia del documento di riconoscimento del richiedente e del coniuge.