Lo stop al Governo Giallo-Verde congela la Riforma della Legge Fornero. Ma se non ci sarà una maggioranza in tempi rapidi anche l’Ape Sociale è a rischio per lo stallo politico?
Il mancato avvio del Governo Conte rimette nel cassetto il capitolo sulla flessibilità in uscita attraverso la quota 100 e possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. I due punti cardine della proposta che Movimento Cinque Stelle e Lega avevano indicato nel contratto di governo per la prossima legislatura saranno sicuramente congelati dal premier incaricato Cottarelli. In attesa che si chiarisca il quadro politico con eventualmente il ritorno alle urne anticipate. Già a marzo scorso, in tempi non sospetti, su questo portale si era dubitata la tenuta di una alleanza tra Grillini e Leghisti soprattutto per la distanza delle basi elettorali dei due partiti.
L’impressione è che il tavolo sia stato fatto saltare volontariamente dopo che si era raggiunta la quadra praticamente su tutto; del resto se il contratto di governo era veramente il tema centrale dell’alleanza ed i nomi degli esponenti di Governo, in primo luogo quello del premier, erano questioni secondarie non si comprende come non si sia potuta trovare un’alternativa per il Ministero dell’Economia che fosse meno sgradita al Quirinale. La Lega ha, quindi, rovesciato il tavolo spiazzando anche il M5S dopo aver compreso probabilmente dell’impossibilità di poter rispettare un programma che comprendeva troppe spese. E come se i due partiti in definitiva si fossero resi conto di essere alternativi l’uno all’altro, il primo con la flat tax, l’altro con il reddito di cittadinanza.
Ora la parola spetta al Parlamento che ha due strade sul tavolo: trovare una maggioranza diversa in grado di votare la fiducia, anche solo per qualche mese, al Governo Cottarelli e avviare i lavori della legislatura, oppure rifiutare la fiducia e tornare alle urne probabilmente a settembre. Numeri alla mano la prima ipotesi potrà stare in piedi solo se Lega o M5S decidessero di appoggiare Cottarelli ribaltando la maggioranza. A sentire le dichiarazioni degli esponenti dei due partiti l’ipotesi è inverosimile ma non è detto che il M5S non voglia ripagare con la stessa moneta lo sgarbo ricevuto dalla Lega esplorando qualche contatto con il partito democratico e allontanando così lo spettro delle elezioni anticipate. La politica ci ha abituato a tutto.
Sicuramente lo stallo non fa bene. I lavori della legislatura dopo quasi tre mesi non sono stati ancora avviati mentre si sarebbero potute approvare subito alcune misure a costi ridotti. Ad esempio la nona salvaguardia per gli esodati per tutelare altri 6-7mila lavoratori, la proroga dell’opzione donna utilizzando le risorse già stanziate nella legge di bilancio per il 2016, la prosecuzione dell’ape sociale in favore delle categorie più deboli che senza un intervento scadrà il prossimo 31 dicembre 2018. Sono temi trasversali che se si andasse alle urne a settembre rischierebbero di saltare cancellando anche quella timida flessibilità in uscita raggiunta con estrema difficoltà in questi anni di confronto. Non è detto che un’altra maggioranza politica non possa comunque affrontare il discorso di una revisione della Legge Fornero.