Il Ministro Zangrillo ha prorogato l’accordo con le banche, per l’Anticipo Tfs/Tfr, per altri 24 mesi: ecco cosa sapere.


L’anticipo del Trattamento di Fine Servizio (TFS) e il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), in passato, erano considerati una manna dal cielo per i dipendenti pubblici in attesa della liquidazione.

Ma rischiano di trasformarsi in un boomerang, a causa del continuo aumento dei tassi di interesse, legati all’indice di Rendistato, che sta facendo lievitare i costi per gli statali che decidono di accedere a questa forma di finanziamento.

Inoltre, il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha prorogato l’Accordo quadro del 2020, che consente ai dipendenti pubblici di presentare alle banche (o agli intermediari finanziari) che hanno aderito all’Accordo, la richiesta di finanziamento dell’indennità di fine servizio/rapporto maturata.

Il decreto ha ottenuto i pareri favorevoli anche del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dell’Associazione bancaria italiana e dell’Istituto nazionale della previdenza sociale.

Sempre più dipendenti pubblici, però, si trovano a dover fare i conti con una spesa per interessi che, in alcuni casi, può superare i duemila euro, vanificando in parte i benefici dell’anticipo.

Anticipo Tfs/Tfr: l’aumento del Rendistato

La causa di questo aumento esponenziale dei costi è da ricercare nel continuo incremento del Rendistato, l’indice che le banche utilizzano per calcolare il tasso di interesse da applicare sui prestiti ai dipendenti pubblici.

In soli quattro anni, il Rendistato è passato da valori inferiori all’1% a superare il 3,3% ad agosto scorso. Questo significa che, per un prestito di 10mila euro, la spesa per gli interessi può oscillare tra 340 e 400 euro, a seconda della durata del finanziamento.

Quella che un tempo era considerata un’opportunità, per far fronte a esigenze immediate, oggi rischia di trasformarsi in una vera e propria beffa.

La possibilità di accedere ad una somma di denaro liquida prima del pensionamento è indubbiamente allettante, ma i costi sempre più elevati, legati agli interessi, stanno mettendo in discussione la convenienza di questa scelta.

Prorogato l’accordo con le banche per l’Anticipo Tfs/Tfs: la novità delle ultime ora

Il tavolo di coordinamento, istituito dal Dipartimento della funzione pubblica, per discutere dell’Anticipo del Tfs è iniziato lo scorso luglio.

Si è arrivati, infine, al rinnovo dell’Accordo Quadro, sottoscritto nel 2020 e già rinnovato nel 2022, che permette ai lavoratori, che usufruiscono dell’uscita anticipata dal lavoro, di ottenere un anticipo di 45mila euro, a condizioni agevolate.

Ma le condizioni non sono poi così agevolate, se teniamo conto degli interessi presenti nel Rendistato.

Il ministro Zangrillo ha lasciato aperta la possibilità di stanziare ulteriori risorse per il comparto pubblico, ma al momento non ci sono indicazioni precise su come saranno affrontate le problematiche legate all’anticipo del TFS e TFR.

La situazione degli anticipi del TFS e TFR è destinata a rimanere sotto osservazione nei prossimi mesi. La continua crescita dei tassi di interesse e l’impennata dei costi per gli interessi pongono interrogativi sulla sostenibilità di questa forma di finanziamento.

Sarà fondamentale che il governo e le parti sociali trovino soluzioni efficaci per tutelare i diritti dei dipendenti pubblici e garantire loro condizioni di lavoro sempre più dignitose.