Nell’analisi curata dal Dottor Luca Leccisotti, con il supporto del Dottor Emanuele Mancini, una riflessione sul fenomeno delle aggressioni agli operatori sanitari e sull’inasprimento delle pene al riguardo.
L’art.32 della Costituzione italiana sancisce il “diritto alla salute” riconosciuto per tutti gli individui, garantito tramite il Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) che ne assicura l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, finanziato dallo Stato stesso attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali attraverso ticket sanitari e prestazioni a pagamento.
L’assistenza sanitaria è garantita attraverso l’operato degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, nelle sedi, sia pubbliche che private, sparse capillarmente sull’intero territorio nazionale. Alcune delle predette strutture insistono in piccoli paesi di provincia e, spesso, in locali isolati rispetto ai centri cittadini; ne consegue che alcune strutture sanitarie, come ad esempio i punti di continuità assistenziale (ex guardie mediche), sono presidiate da un solo medico, condannando quest’ultimo ad effettuare turni in solitudine con i rischi derivanti, come ad esempio quello di aggressione.
È stato registrato, negli ultimi anni, un incremento di fenomeni aggressivi/violenti ai danni degli operatori sanitari, tale circostanza ha spinto il legislatore ad attivarsi al fine di arginare tale fenomeno, fornendo strumenti repressivi più incisivi sotto l’aspetto dell’inasprimento delle pene, nei confronti di chi si rende protagonista di dette aggressioni.
Aggressioni agli operatori sanitari: le leggi in merito
Il 24 settembre 2020 è entrata in vigore la Legge 14 agosto 2020, n.113, denominata “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”.
Molte sono le novità introdotte dalla legge, sicuramente una delle più importanti è l’istituzione dell’osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, infatti, l’art.2 della normativa in questione ne prevede l’istituzione presso il Ministero della Salute, riconoscendogli i compiti di monitorare gli episodi di violenza e di promuovere misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti sanitari.
Altra novità introdotta dalla normativa è quella prevista dall’art.4 modificante l’art.583 quater del c.p., con il quale si introduce, anche, l’ipotesi di delitto di lesione personale. Tale modifica inasprisce le pene ai danni di chi procura lesioni gravi o gravissime nei confronti di un esercente le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle sue funzioni.
Due ulteriori strumenti introdotti dalla legge sono sicuramente quelli previsti con l’inserimento dell’obbligo delle strutture sanitarie a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia, ciò al fine di garantire il loro tempestivo intervento in caso di necessità, e la predisposizione di appositi piani per la sicurezza.
Il 12 marzo 2022 è stata celebrata la prima ricorrenza della “giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”, approvata grazie alla legge in questione ed avente la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla problematica della violenza perpetrata contro i sanitari.
Lo sforzo del legislatore è notevole nel cercare di introdurre una normativa avente duplice funzione, da un lato di prevenzione degli atti delittuosi e dall’altro di repressione dei fenomeni ormai accaduti.