Una generica maglia nera alla maggior parte dei Comuni italiani che hanno disatteso le indicazioni di ARERA sulla trasparenza verso gli utenti del servizio TARI: il Comune di Bari uno dei pochi che si “differenzia”.
ARERA ha tentato di dare efficienza nel settore pubblico, nonché una spinta per adeguare livelli di qualità dei servizi in condizioni di economicità e di redditività, assicurandone la fruibilità e la diffusione in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale, definendo un sistema tariffario certo, trasparente e basato su criteri predefiniti, promuovendo la tutela degli interessi di utenti e consumatori.
Tutto questo parte dalla diffusione della conoscenza e della trasparenza delle condizioni di svolgimento dei servizi Tari a beneficio dell’utenza e a tutela dei diritti degli stessi.
Il DL Sostegni in Gazzetta proroga PEF 2021 e tariffe TARI al 30 giugno.
Per questo ARERA ha definito contenuti informativi minimi obbligatori ed omogenei su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalla scelta organizzativa per la gestione del servizio o dalla tipologia di tariffa applicata all’utente medesimo, confermando gli orientamenti espressi nel documento per la consultazione 352/2019/R/RIF, prevedendo:
- contenuti minimi obbligatori da riportare sui siti internet;
- contenuti minimi obbligatori da inserire nei documenti di riscossione;
- obblighi in materia di comunicazione individuale agli utenti.
Uno dei primi passaggi a tutela dell’utente, per una maggiore trasparenza sulle condizioni di erogazione del servizio, è proprio l’avviso TARI 2020 che avrebbe dovuto avere delle caratteristiche che evidenziassero la sensibilità dei Comuni verso la propria utenza e un servizio di qualità, iniziando proprio dalla corretta gestione dell’utente e quindi erogando la corretta e completa informazione, capace di trasmettere quella fiducia nelle istituzioni riducendone la distanza e la burocrazia.
La check-list di verifica
Abbiamo cercato di sondare l’effettiva aderenza attraverso una check-list di verifica, basata su 24 punti delle direttive ARERA, verificando la corrispondenza degli avvisi TARI di vari comuni alle direttive che ARERA aveva definito nella delibera del 31 OTTOBRE 2019 444/2019/R/RIF (DISPOSIZIONI IN MATERIA DI TRASPARENZA NEL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI).
Abbiamo potuto constatare che tutti i comuni che hanno utilizzato la postalizzazione attraverso l’Agenzia dell’Entrate-Riscossione da noi verificati, hanno disatteso completamente le direttive ARERA, molto probabilmente per i limiti sulla flessibilità dei tracciati da parte di quest’ultima, ma naturalmente la responsabilità resta in capo agli Enti che evidentemente non si sono preoccupati di quello che sarebbe stato il prodotto finale. Dalla compilazione della check-list quindi risultano tutti bocciati.
Nel panorama dei Comuni medio/grandi, da nord a sud, buona parte hanno disatteso le direttive, dimostrando la poca sensibilità verso l’utenza.
Comuni anche di grandissime dimensioni con avvisi illeggibili e carenti di informazioni o con informazioni addirittura fuorvianti.
Attestazione OIV Trasparenza: un modello per attestare la “completezza” dei dati pubblicati.
Trasparenza della TARI: il Comune di Bari si “differenzia”
Dallo studio effettuato sono pochi i comuni che distinguono per la cosiddetta bolletta trasparente, tra questi il Comune di Bari che praticamente ha centrato tutti e 24 i punti della check-list, con un avviso molto dettagliato, leggibile e con addirittura una pagina intera dedicata alle percentuali di raccolta differenziata degli ultimi 3 anni con grafici a supporto. Un avviso che si compone in media di 6 pagine al netto degli F24 allegati.
Sarà forse una coincidenza che il Sindaco di Bari, Antonio De Caro è anche presidente dell’ANCI e a questo punto sarebbe lecito chiedergli, nella sua veste di Presidente ANCI, di fare un’opera di sensibilizzazione e accendere un faro su questo problema, visto l’importante ruolo che ricopre.
La check-list compilata in base all’avviso emesso dal Comune di Bari
Pubblicazione e invio ad ANAC delle attestazioni OIV: la scadenza 2021.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it