Sono stati rubati miliardi di cookie nel mondo e oltre 450 milioni in Italia: ecco a cosa servono e perché gli hacker ne hanno bisogno.
Li accettiamo continuamente (spesso senza neanche leggere tutte le indicazioni) sui siti che andiamo a visitare: i cookie sono dei piccoli file di testo, che i siti web installano per poter ottenere informazioni sulle attività compiute dagli utenti su quelle pagine web.
Non solo tengono traccia delle nostre azioni, ma anche delle nostre preferenze, sia su un determinato sito che sulla nostra intera cronologia di navigazione.
Sono molto importanti, proprio perché contengono i movimenti e le preferenze degli utenti.
Recentemente, alcuni hacker sono entrati in possesso di 54 miliardi di cookie, provenienti da tutto il mondo (e oltre 450 milioni vengono dall’Italia), mettendoli disponibili sul DarkWeb.
Ecco cos’è successo.
Rubati miliardi di cookie nel mondo: cos’è successo e quali saranno le conseguenze
Secondo quanto emerso dalle prime indagini, il furto degli hacker ha interessato 244 Paesi e territori.
La maggior parte dei cookie rubati vengono da Brasile, India, Stati Uniti e Messico, mentre l’Italia è al 19° posto per file rubati. Per quanto riguarda il nostro Paese, il 24% dei cookie rubati era ancora attivo.
Più di 2,5 miliardi dei cookie rubati provengono da Google, 700 milioni da YouTube e più di mezzo miliardo da Microsoft e Bing.
Ma cosa se ne fanno gli hacker di tutti questi cookie?
Se per noi possono sembrare solamente una “scocciatura” da dover accettare, prima di accedere ad un sito, per gli hacker i cookie sono molto importanti.
Vengono utilizzati, infatti, come punti di accesso per rubare dati e mettere le mani sulle informazioni sensibili.
Se un cookie viene rubato quando è ancora attivo, l’hacker potrebbe entrare nell’account al quale è collegato, anche senza password o altri sistemi di autenticazione. Con un cookie, possono essere scoperti dati come nome, posizione geografica, orientamento sessuale, taglia, etc.
Ma bisogna prestare attenzione anche ai cookie inattivi, coi quali è comunque possibile violare la privacy degli utenti e possono essere usati dagli hacker per conservare informazioni da usare in seguito.
Il consiglio, per evitare furti di dati, è quello di eliminare regolarmente i cookie, in modo da ridurre al minimo i dati che potrebbero essere rubati.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it