Il ritorno allo smart working per la PA è uno dei nodi principali di questi giorni, tra favorevoli e contrari. Vediamo la questione nel dettaglio.
Ritorno smart working per la PA: l’Italia sta subendo la quarta ondata di Covid-19, con un gran numero di contagiati, a causa anche della diffusione della variante Omicron.
Si sta dibattendo, proprio in questi giorni, per un ritorno al lavoro agile, sia per il settore privato che per i lavoratori della Pubblica Amministrazione. Una proposta che non trova risposta positiva da parte del governo.
Ma vediamo la questione nel dettaglio sul ritorno allo smart working della PA.
Ritorno allo smart working per la PA: le richieste da parte dei sindacati
A causa dell’ondata di contagi che sta funestando l’Italia, i sindacati hanno richiesto un maggiore ricorso allo smart working per la Pubblica Amministrazione.
I sindacati richiedono da giorni il ricorso al lavoro agile, proprio per frenare l’aumento dei contagi.
Il segretario della Uil Pubblica Amministrazione, Sandro Colombi, ha affermato:
“Si tratta ovviamente di una soluzione temporanea, già sperimentata con successo e riproponibile oggi con i necessari miglioramenti. A differenza del passato (marzo 2020) oggi le amministrazioni hanno a disposizione strumenti normativi e contrattuali molto più efficaci per gestire con flessibilità e intelligenza l’organizzazione del lavoro da remoto”.
A richiedere il ritorno allo smart working per la PA, oltre ai sindacati, è anche il Movimento 5 Stelle, secondo il quale:
“Brunetta sbaglia a ridurre all’osso il lavoro agile che ha dimostrato di essere uno strumento molto utile per evitare la paralisi del Paese”.
A rincarare la dose c’è anche l’ex premier Giuseppe Conte, che dice:
“è inaccettabile che l’Europa faccia massiccio ricorso a questa misura, e proprio noi che siamo stati i capofila l’abbiamo dismessa in questa fase della pandemia”.
Oltre al M5S, troviamo anche il PD a sottolineare l’importanza dello smart working, per frenare la risalita dei contagi, riducendo gli spostamenti dei lavoratori e alleggerendo il carico del trasporto pubblico.
Ritorno allo smart working per la PA: la posizione del governo
La richiesta del ritorno al lavoro agile non scalfisce, però, il Ministro Renato Brunetta, il quale, già in passato, aveva dimostrato di essere un fautore del lavoro in presenza.
Il Ministro si è pronunciato così:
“La normativa e le regole attuali già permettono ampia flessibilità per organizzare sia la presenza, sia il lavoro a distanza, tanto nel lavoro pubblico quanto nel lavoro privato”.
Secondo il governo, infatti, l’applicazione delle regole attuali, la campagna di vaccinazione e l’istituzione del Green Pass e del Super Green Pass permettono di lavorare con il massimo livello di sicurezza sanitaria, pur mantenendo il livello di apertura delle attività economiche, sociali e culturali.
Per il governo, viene definita “incomprensibile” la richiesta del ritorno allo smart working, contando anche il fatto che le amministrazioni pubbliche possono decidere per la rotazione del personale. In questo modo, viene consentito il lavoro agile anche fino al 49% sulla base della programmazione mensile.
Dalla parte del governo, troviamo anche Forza Italia, che è si è definito “senza parole, per gli attacchi a Brunetta”. Oltre a Forza Italia, troviamo anche Italia Viva, contrario al ritorno al lavoro agile.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it