Arriva in Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento per il processo penale militare telematico: ecco quali saranno tutte le novità che entreranno a breve a regime.
Il 29 agosto 2024, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 202 il decreto del 19 luglio 2024, n. 123, emanato dal Ministero della Difesa, che introduce il “Regolamento di definizione delle disposizioni transitorie del processo penale militare telematico”.
Il provvedimento entrerà in vigore il 13 settembre 2024, introducendo la digitalizzazione anche all’interno del sistema giudiziario militare.
Digitalizzazione degli atti e documentazione Informatica
Il decreto stabilisce che tutti i documenti informatici allegati agli atti del giudizio penale militare devono rispettare specifici formati tecnici. È consentito l’uso di formati compressi purché contengano solo file conformi agli standard previsti. Gli atti e i provvedimenti dei magistrati militari devono essere redatti e depositati in formato digitale, con firma elettronica. Questo include anche i provvedimenti collegiali, che saranno controfirmati digitalmente dal presidente del collegio prima del deposito telematico.
Il personale amministrativo è incaricato di gestire il deposito, la pubblicazione e, dove necessario, la pubblicità degli atti, sempre nel rispetto delle norme sulla protezione dei dati personali. In caso di malfunzionamenti del sistema informatico SIGMIL (Sistema Informativo della Giustizia Militare), è prevista la possibilità di procedere con modalità analogiche.
Gli atti della polizia giudiziaria saranno anch’essi redatti come documenti informatici e conservati nel fascicolo informatico. La trasmissione di questi documenti avverrà tramite posta elettronica certificata o upload diretto nel sistema SIGMIL, con la possibilità di utilizzare canali di comunicazione sicuri e crittografati.
Partecipazione da remoto e sicurezza informatica
Il nuovo regolamento prevede anche la partecipazione da remoto alle attività del giudizio penale militare, utilizzando piattaforme di videoconferenza. I dispositivi utilizzati devono rispettare requisiti tecnici specifici per garantire la sicurezza e la funzionalità del collegamento. La gestione del collegamento e l’identificazione dei partecipanti sono affidate al giudice militare, assistito dal cancelliere.
La registrazione delle udienze è ammessa solo nei casi previsti dalla legge, mentre è vietato l’uso di messaggistica istantanea durante le sessioni di videoconferenza. I partecipanti devono inoltre garantire la riservatezza delle informazioni durante le udienze.
Quale impatto avranno queste novità?
Con l’entrata in vigore di questo decreto, il sistema giudiziario militare italiano potrebbe avviarsi verso una gestione sempre più digitalizzata ed efficiente dei processi, riducendo l’uso della carta e potenziando la sicurezza e la tracciabilità degli atti. Questa riforma, pur rappresentando un importante progresso nell’adeguamento della giustizia militare alle esigenze tecnologiche contemporanee, solleva tuttavia alcune questioni critiche.
Innanzitutto, sebbene l’introduzione di un sistema telematico possa migliorare l’efficienza e ridurre i tempi procedurali, l’effettiva implementazione richiede un’infrastruttura tecnologica robusta e un’adeguata formazione del personale. La storia delle riforme digitali in Italia ha dimostrato che tali cambiamenti non sono sempre semplici da realizzare. Il rischio è che la transizione al digitale possa essere afflitta da ritardi o malfunzionamenti, compromettendo temporaneamente l’efficacia del sistema giudiziario militare.
Inoltre, il decreto prevede l’uso estensivo di documenti informatici e firme digitali, un aspetto che, sebbene essenziale per la modernizzazione, comporta anche delle vulnerabilità. La sicurezza informatica diventa una priorità, ma non è garantito che tutte le misure previste siano sufficienti per proteggere da attacchi o intrusioni informatiche, specialmente in un contesto delicato come quello della giustizia militare. La tracciabilità degli atti, pur essendo un vantaggio in termini di trasparenza, potrebbe sollevare preoccupazioni sulla privacy dei dati, richiedendo una gestione estremamente cauta.
Infine, la riforma richiede un adattamento culturale da parte di tutti gli attori coinvolti. Magistrati, avvocati e personale amministrativo devono familiarizzare con nuove tecnologie e procedure, un processo che potrebbe incontrare resistenze o difficoltà. Se non gestito con attenzione, questo cambiamento potrebbe rallentare l’operatività del sistema, anziché migliorarla.