È ormai imminente l’obbligo di Green Pass su ogni posto di lavoro. Ma i dipendenti hanno il diritto allo smart working se non hanno il Green Pass? Vediamolo insieme.
Smart working e Green Pass: il prossimo venerdì, 15 ottobre 2021, verrà introdotto l’obbligo di possesso del Green Pass per accedere ad ogni luogo di lavoro, sia pubblico che privato.
Nonostante la decisione abbia scatenato e continui a scatenare polemiche da parte di lavoratori, politici e sindacati, da venerdì sarà obbligatorio possedere la certificazione verde per poter andare al lavoro.
Ma, se i dipendenti non hanno il Green Pass, potranno sfruttare lo smart working? Vediamolo insieme.
Smart working e Green Pass: i dipendenti senza certificazione verde cosa faranno
Il premier Mario Draghi ha firmato due dpcm, uno per la pubblica amministrazione e uno per il settore privati, per certificare l’obbligo di Green Pass sul posto di lavoro.
La normativa è la stessa, nonostante alcune piccole differenze su alcuni aspetti.
Sul dpcm relativo alla pubblica amministrazione, però, c’è il divieto di eludere l’obbligo alla certificazione verde, lavorando da casa:
“Non è consentito in alcun modo, in quanto elusivo del predetto obbligo, individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso di tale certificazione. Il lavoratore che dichiari il possesso della predetta certificazione, ma non sia in grado di esibirla, deve essere considerato assente ingiustificato e non può in alcun modo essere adibito a modalità di lavoro agile. Non è consentito (…) che sia adibito a lavoro agile in sostituzione della prestazione non eseguibile in presenza”.
Nel decreto, quindi, viene specificato chiaramente che non si potrà ricorrere allo smart working per eludere l’obbligo di possesso del Green Pass. Inoltre, il dipendente che dichiari di avere la certificazione verde, ma che non sia in grado di esibirla, deve essere considerato assente ingiustificato e non può essere adibito allo smart working.
La conferma è arrivata dalle FAQ della Funzione Pubblica diffuse nelle ultime ore: maggiori informazioni qui.
Oltretutto, dal 15 ottobre, ci sarà il ritorno in presenza per la Pubblica Amministrazione.
Smart working e Green Pass: le criticità della questione
La gestione del Green Pass per chi è in smart working, però, non è ancora chiara. Nonostante il lavoro agile non sia un’alternativa valida per evitare la presentazione del Green Pass, ci sono alcune criticità.
Secondo alcune fonti di Palazzo Chigi, se il datore di lavoro chiede al dipendente di lavorare da casa, il Green Pass non verrà richiesto. Questo perché la certificazione verde non è una condizione necessaria per lavorare, bensì per accedere al luogo di lavoro.
Quali saranno le regole per il Green Pass a lavoro
Ricordiamo che l’obbligo scatterà venerdì 15 ottobre, per ogni dipendente, sia pubblico che privato. L’obbligatorietà sarà valida fino al 31 dicembre 2021, quando terminerà lo stato di emergenza.
L’obbligo riguarderà tutti i lavoratori: gli enti pubblici, gli organi costituzionali, i privati e gli impiegati nella Pubblica Amministrazione. L’obbligo è esteso anche ai soggetti esterni che svolgono attività formativa o lavorativa presso le pubbliche amministrazioni.
Per il settore privato, i lavoratori saranno tenuti ad esibire su richiesta il Green Pass, mentre, per quanto riguarda gli artigiani (idraulici, elettricisti, etc.), non ci sarà l’obbligo di presentazione della certificazione verde, poiché i padroni di casa non sono datori di lavoro, ma avranno la facoltà di richiederlo.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it