Digitalizzazione appalti 2024Con l’entrata in vigore del Libro I, Parte II del D.Lgs. 36/2023, il processo di digitalizzazione ha iniziato a prendere forma ed è ora in una fase di consolidamento. Ne parliamo con il Dott. Giovanni Salutari, consulente senior e-Procurement presso DigitalPA.


Dal 1° gennaio 2024, data in cui hanno acquisito efficacia le norme sulla digitalizzazione del ciclo d’appalto, l’infrastruttura di e-procurement nazionale su cui transitano i dati sulle procedure – BDNCP e relativi servizi digitali: FVOE, PVL, PCP… – ha subito un processo di rapida trasformazione, con l’obiettivo di potenziare e ampliare i suddetti servizi, risolvere le criticità tecniche emerse in fase di “rodaggio” e migliorare l’interoperabilità tra i sistemi ANAC e le piattaforme di approvvigionamento digitale in uso alle Stazioni Appaltanti.

Abbiamo chiesto al Dott. Giovanni Salutari, consulente senior e-Procurement DigitalPA, quali nodi restano da sciogliere nel processo di digitalizzazione e quali sfide attendono Stazioni Appaltanti e RUP nel prossimo futuro: vediamoli insieme.

Digitalizzazione appalti e interoperabilità, a che punto siamo e che cosa ci aspetta: intervista al Dott. Salutari

Dottor Salutari, a che punto ci troviamo del percorso di digitalizzazione delle Stazioni Appaltanti?

Sono trascorsi quasi cinque mesi dal 1° gennaio 2024, data in cui la digitalizzazione degli appalti in Italia ha preso il via con l’entrata in vigore del Libro I, Parte II del D.Lgs. 36/2023.

Nel comunicato stampa pubblicato il 20 maggio scorso, ANAC ha tracciato un primo bilancio della riforma, fornendo alcuni numeri molto interessanti: dall’inizio dell’anno, sono state avviate oltre 1.750.000 procedure di affidamento di contratti pubblici, per un valore complessivo che supera i 100 miliardi di euro.

Inoltre, al 1° maggio 2024, le Stazioni Appaltanti che hanno conseguito la qualificazione ammontano a 4.353. Di questo numero, 545 sono Centrali di Committenza, che gestiscono le gare sopra gli importi fissati dalla normativa per conto degli 8.630 enti convenzionati.

Nonostante le turbolenze iniziali e le criticità ancora da risolvere, si può senza dubbio affermare che la digitalizzazione sta entrando a regime: una trasformazione radicale con potenzialità ancora da scoprire e che, come sottolinea l’Autorità, rappresenta una sfida culturale ancor più che tecnologica.

Qual è il contributo che DigitalPA sta dando a tale processo?

Oltre alla partecipazione a cadenza settimanale ai tavoli di discussione con ANAC e AgID, che hanno come focus i meccanismi tecnici che regolano il funzionamento della digitalizzazione degli appalti, il nostro contributo si concretizza in ciò che sappiamo fare meglio: creare soluzioni tecnologiche che non si limitano a essere innovative, ma sono anche stabili, sicure e semplici da utilizzare.

Abbiamo quindi investito per incrementare la sicurezza, l’affidabilità e le prestazioni della piattaforma certificata Acquisti Telematici, ora “ospitata” nell’infrastruttura cloud di Oracle, scelta anche dalla Commissione Europea.

Oltre alla sicurezza, ogni nuova funzionalità e miglioria della suite è progettata per incrementare l’usabilità. In questi mesi abbiamo affiancato le S.A. in centinaia di ore di supporto e formazione, toccando con mano le loro esigenze reali: sappiamo quanto sia importante abbattere le tempistiche di apprendimento del software e fornire da subito un prodotto che risponde alle esigenze del lavoro quotidiano, rendendolo più leggero e semplice da affrontare.

Quale direzione sta seguendo l’evoluzione del modulo ANAC Connector della piattaforma Acquisti Telematici?

Il confronto costante con ANAC e con le Stazioni Appaltanti sui temi della digitalizzazione del ciclo di vita degli appalti ci ha permesso di aver chiaro fin dalle prime fasi di introduzione del nuovo Codice che l’interoperabilità non può ridursi a un mero obbligo normativo. Un vero percorso di trasformazione digitale deve partire dal ripensamento profondo dei processi, in un’ottica di semplificazione.

Lo sviluppo del modulo di interoperabilità ANAC Connector segue perciò due direttrici principali. In primo luogo, il costante allineamento dell’applicativo alle novità e ai rilasci pubblicati dall’Autorità, in modo da garantire in qualsiasi momento la piena interoperabilità, senza interruzioni, e consentire la gestione efficiente delle procedure di affidamento. Un impegno non da poco, considerando che in queste fasi iniziali i rilasci sono stati frequenti e la pressione per adeguare la nostra piattaforma nel minor tempo possibile resta elevatissima.

In secondo luogo, vogliamo rendere l’interoperabilità un processo completamente automatizzato, sollevando le S.A. dal dover spendere troppo tempo nell’inserimento manuale dei dati e dalla preoccupazione di commettere errori. Ciò si ottiene attraverso la circolarità del dato: una volta inserito a sistema, si auto-compilerà ogni volta che è richiesto nelle schede ANAC. La piattaforma diventa così un alleato a cui demandare la compilazione e la verifica della correttezza formale degli adempimenti, lasciando agli Enti le risorse necessarie a perseguire quel che conta davvero: il principio del risultato.

Digitalizzazione appalti 2024ANAC ha preannunciato qualche nuovo aggiornamento a breve?

Sì: entro la fine del mese, l’Autorità potrebbe pubblicare una nuova versione dell’Orchestratore, il file Excel in cui sono riportate tutte le tipologie di scheda che è possibile inviare tramite il nuovo sistema di interoperabilità e l’ordine in cui utilizzarle, a seconda della procedura.

Questa nuova versione è molto attesa nel nostro settore, in quanto le “voci di corridoio” dicono che includerà le nuove schede necessarie ad annullare le schede precedenti e a rettificare eventuali errori. Fino ad oggi non era infatti previsto dal sistema ANAC alcun margine di errore per le schede in stato “pubblicato”.

Il prossimo webinar formativo DigitalPA, che terrò insieme all’Avv. Chiara Colangelo, affronterà proprio gli aspetti pratici della gestione del flusso di schede attraverso l’Orchestratore, illustrando le novità introdotte con l’ultimo aggiornamento.

Come procede la formazione degli operatori di settore?

Una recente indagine di AssoRUP ha evidenziato come il 40% delle Stazioni Appaltanti non impieghi risorse per la formazione professionale dei RUP. Se pensiamo a come è cambiato il ruolo del Responsabile Unico di Progetto con il Codice n. 36, che attribuisce a questa figura la responsabilità del completamento dell’intervento pubblico, è chiaro che investire in formazione sia una priorità irrinunciabile.

In DigitalPA continuiamo a supportare RUP, delegati e Uffici gare delle Stazioni Appaltanti attraverso numerose modalità di formazione, per dare risposte concrete alle esigenze di professionalizzazione di chi si occupa della progettazione tecnico-amministrativa, affidamento delle procedure ed esecuzione dei contratti: webinar in diretta e on demand sulle tematiche legate i contratti pubblici, formazioni collettive e per singola S.A., in videoconferenza o in sede, affiancamento ai RUP, supporto all’acquisizione dei CIG e così via.

Quali sono le prossime sfide che Stazioni Appaltanti, RUP e delegati dovranno affrontare nella gestione degli appalti?

Dal mio punto di vista, sono due le sfide principali. La prima è legata all’entrata a regime del sistema di qualificazione dal 1° luglio, che richiederà punteggi più elevati per i tre livelli previsti dalla norma, oltre che requisiti specifici per l’esecuzione dei contratti dal 2025.

Digitalizzazione appalti 2024La seconda risiede nella corretta gestione delle schede post-aggiudicazione, che ad oggi non sono presenti su tutte le piattaforme certificate. Nella prima fase della digitalizzazione, S.A. e RUP avevano l’emergenza di riuscire ad ottenere i CIG per far partire le procedure con le nuove regole, ma ora il focus si sta spostando sulle fasi successive e sulla conclusione dei contratti. Su Acquisti Telematici le schede per la fase esecutiva sono disponibili da gennaio 2024, e si possono utilizzare anche per i CIG richiesti su altre piattaforme.

A questi due aspetti ne aggiungerei un terzo, ossia l’obbligo di utilizzo della metodologia BIM dal 1° gennaio 2025 per gli appalti di lavori di costruzione, ristrutturazione e manutenzione di opere pubbliche con un importo che supera il milione di euro, ai sensi dell’art. 43, co. 1 del Codice. Si tratta di un’innovazione necessaria, che tuttavia richiederà investimenti aggiuntivi in formazione e in opportune soluzioni digitali.

Semplifica la gestione dei contratti pubblici e degli adempimenti ANAC con Acquisti Telematici

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Fonte: DigitalPA (www.digitalpa.it)