App Immuni: ecco una panoramica sul trattemento dei dati sensibili e su quanti utenti l’hanno scaricata o la scaricheranno.
Dotarsi da adesso dell’app permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio. I servizi sanitari regionali potranno gradualmente attivare gli avvisi dell’app. A cominciare sono state da lunedì 8 giugno le Regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia.
La pagina Social Twitter di Palazzo Chigi ha di recente rilasciato sul suo canale un video relativo all’App Immuni:
#Immuni è l’app che può aiutarci a contenere la diffusione del coronavirus, spezzando la catena del contagio. Ma per farlo dobbiamo scaricarla in tanti. Fallo anche tu! Un piccolo gesto, per un Grande Paese
#Immuni è l’app che può aiutarci a contenere la diffusione del coronavirus, spezzando la catena del contagio. Ma per farlo dobbiamo scaricarla in tanti. Fallo anche tu! Un piccolo gesto, per un Grande Paese pic.twitter.com/0XgyRDFMX5
— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) June 11, 2020
App Immuni: quali dati sensibili utilizzerà?
Gli operatori sanitari (operatori del dipartimento di Prevenzione della Asl appositamente autorizzati) dovranno inviare i dati relativi al contagio da Covid-19 al sistema di backend dell’applicazione Immuni.
Il portale Tessera Sanitaria non conserverà i dati inviati ma esclusivamente un registro delle comunicazioni inviate (data ed ora di invio, codice fiscale dell’operatore sanitario ed esito dell’invio).
Non molti sanno che il numero della Tessera Sanitaria ha un significato ben preciso. Maggiori informazioni a questo link.
Sul portale Immuni sono inoltre presenti le specifiche relative al tracciamento di dati:
- L’app non raccoglie alcun dato che consentirebbe di risalire alla tua identità. Per esempio, non ti chiede e non è in grado di ottenere il tuo nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email.
- L’app non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS. I tuoi spostamenti non sono tracciati in alcun modo.
- Il codice Bluetooth Low Energy trasmesso dall’app è generato in maniera casuale e non contiene alcuna informazione riguardo al tuo smartphone, né su di te. Inoltre, questo codice cambia svariate volte ogni ora, per tutelare ancora meglio la tua privacy.
- I dati salvati sul tuo smartphone sono cifrati.
- Le connessioni tra l’app e il server sono cifrate.
- Tutti i dati, siano essi salvati sul dispositivo o sul server, saranno cancellati non appena non saranno più necessari e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2020.
- È il Ministero della Salute il soggetto che raccoglie i tuoi dati. I dati verranno usati solo per contenere l’epidemia del COVID-19 o per la ricerca scientifica.
- I dati sono salvati su server in Italia e gestiti da soggetti pubblici.
In quanti la scaricheranno? In quanti l’hanno già scaricata?
Nel primo giorno dal lancio la app è stata scaricata da oltre 500mila italiani, risultando al primo posto della classifica delle applicazioni con più download sia su App store che su Google play.
Allo stato attuale i download dell’app Immuni arrivano a 2,2 milioni. L’aggiornamento è confermato dal ministero dell’Innovazione.
Tuttavia, secondo le informazioni raccolte da un sondaggio realizzato dal Centro di ricerca EngageMinds HUB dell’Università Cattolica di Cremona, non c’è un consenso totale quello che accompagna il lancio dell’app.
Infatti il 30% degli italiani non la vuole, un altro 30% non ha deciso. Solo il 40% scaricherà Immuni sul suo smartphone. E si tratta soprattutto di anziani. Mentre i giovani sono più spesso scettici, sospettosi nei confronti dell’app.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it