Il progetto di Immuni sta prendendo vita: tuttavia l’App di Contact Tracing sembrerebbe ancora avere criticità a livello di trasparenza.
In buona sostanza, secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, l’applicazione di contact tracing registrerà la prossimità tra cellulari delle persone con i quali il soggetto è venuto a contatto tramite dati non direttamente idonei a rivelare l’identità di una persona. Tali dati rimarranno all’interno del cellulare fino all’eventuale diagnosi di contagio.
Il sistema non ha l’obiettivo di geolocalizzazione ma quello di tracciare per un determinato periodo di tempo degli identificativi criptati dei cellulari con il quale il soggetto positivo al virus è entrato in stretto contatto.
App Contact Tracing e trasparenza
Ricordiamo che con un’ordinanza del 16 aprile il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha disposto la stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la Bending Spoons spa, la società progettatrice della app.
Il sistema di tracciamento digitale sarà utile per contenere e contrastare l’emergenza epidemiologica Covid-19, perché può, come si legge sulla citata ordinanza:
“aiutare a identificare individui potenzialmente infetti prima che emergano sintomi e, se condotto in modo sufficientemente rapido, può impedire la trasmissione successiva dai casi secondari”
Quindi pronti, via? Non ne siamo così sicuri.
A quanto pare, già, nei giorni scorsi, sarebbero emerse delle criticità. Ad esempio già durante la pubblicazione del codice sorgente sono stati evidenti delle sviste e delle carenze in merito.
Alcune pecche sono state evidenziate dall’esperto Roberto Scano che, in primo luogo, ha messo in evidenza come la prima release di ImmuniApp fosse parziale e che durante la pubblicazione del codice “open” della medesima mancasse il codice del backend.
In molti contenuti, inoltre, fa sempre notare Scano, è indicato che nella versione finale l’interfaccia potrebbe essere diversa. Pertanto, il codice pubblicato, a questo punto, non corrisponde al codice che sarà compilato per distribuire l’applicazione negli store di Google e Apple.
Ma non solo. Ci sono grossi rischi sul fatto che la nuova app potrebbe essere inutilizzabile per categorie protette come non vedenti e ipovedenti. Una casistica che si è già verificata in Nuova Zelanda, ad esempio.
Dal codice che ho visto potrebbe capitare anche in Italia…. in Nuova Zelanda la app come #immuni è inaccessibile ai non vedenti e ipovedenti. Poi che non si dica che non l’avevo detto. https://t.co/CEGRcQ1TbO
— Roberto Scano (@rscano) May 26, 2020
In pratica mancherebbero già in partenza le basi per lo sviluppo accessibile.
Roberto Scano, che si occupa dal 2002 del tema di accessibilità ICT di cui il maggior esperto nazionale, per sollecitare maggiore chiarezza e trasparenza, ha fatto richiesta, tramite accesso civico generalizzato, di avere copia digitale del “contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons S.p.a.” previsto dall’ordinanza n. 10/2020 del 16/04/2020.
Nel frattempo in attesa di chiarimenti sul tema, ho fatto #FOIA a #arcuri per conoscere in chiaro le clausole del contratto previsto dall’ordinanza n. 10/2020 del 16/04/2020. pic.twitter.com/KkiyXoj0Ye
— Roberto Scano (@rscano) May 26, 2020
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it con contributo di Roberto Scano