analisi-smart-working-paEcco cosa cambia per lo Smart Working nella PA con il nuovo P.O.L.A. e dopo il nuovo Decreto: ecco l’analisi dell’ultimo Webynight a tema.


Il Coronavirus, anche per le PA, ha messo a regime il lavoro agile: una modalità di lavoro teoricamente non vincolata da orari o da luogo di lavoro, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro.

Risultano già diramate negli scorsi mesi alcune importanti disposizioni sullo Smart Working nella PA. Secondo il Decreto Rilancio, infatti, la modalità di lavoro agile si applicherà a ogni rapporto di lavoro subordinato fino alla cessazione dello stato di emergenza. Quindi, allo stato attuale, non oltre il 31 Gennaio 2021.

Il diritto allo smart working previsto dal Decreto “Rilancio” coinvolge dunque tutti coloro che sono titolari di un rapporto di lavoro dipendente, con esclusione di collaboratori coordinati e continuativi (cococo) e stagisti / tirocinanti.

Inoltre si sta già lavorando anche al cosiddetto P.O.L.A. (Piano Organizzativo del Lavoro Agile). Le varie Amministrazioni, nella predisposizione dei piani, potranno contare così su risorse destinate a riorganizzare il lavoro in modalità agile.

Ricordiamo infine che è stato anche appena pubblicato e firmato dal Ministro Dadone il nuovo Decreto sullo Smart Working nella PA, alla luce del DPCM del 13 Ottobre e del DPCM del 18 Ottobre.

L’analisi del nuovo Smart Working nella PA

Per parlare dell’argomento in maniera approfondita un incontro online a tema è stato dedicato al nuovo Smart Working all’interno delle PA. Tra gli ospiti Simone Chiarelli, Carmelo Giurdanella, Alfonso Pisani, Luigi Oliveri, Nicola Dimitri Porcari, Carlo Piscitelli, Mauro Alovisio. Il tutto con la mediazione di Santo Fabiano.

Qui di seguito potete consultare il video completo.


Fonte: articolo della redazione, video di Simone Chiarelli