L’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha risposto positivamente alla richiesta dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) di riattivare la smart CIG per gli affidamenti diretti fino a 5000 euro.
Questa decisione è stata presa in seguito alla lettera inviata dalla segretaria generale dell’Anci, Veronica Nicotra, che aveva sollevato le problematiche riscontrate dai Comuni nell’applicazione del nuovo Codice dei contratti.
Con l’entrata in vigore, il 1° gennaio 2024, dell’obbligo di utilizzo delle piattaforme digitali per tutti gli appalti pubblici, Nicotra ha evidenziato le criticità segnalate dai Comuni, in particolare quelli di dimensioni ridotte. Questi Comuni hanno espresso preoccupazioni riguardo alla complessità nell’acquisizione dei Codici Identificativi Gara (CIG) e al non perfetto funzionamento dell’interoperabilità tra alcune piattaforme e l’Anac.
Le criticità segnalate
Nicotra ha sottolineato la necessità di una fase transitoria adeguata per testare il nuovo sistema e fornire formazione agli operatori coinvolti. Le principali criticità segnalate riguardano gli affidamenti diretti inferiori a 5.000 euro, dove il nuovo Codice Appalti impone l’utilizzo di piattaforme telematiche a partire dal 1 gennaio 2024.
Un altro problema sollevato riguarda i tempi di attesa eccessivamente lunghi per l’acquisizione del CIG tramite piattaforme o il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA), che possono arrivare fino a 5 giorni, bloccando di fatto le stazioni appaltanti, anche per interventi urgenti.
Pertanto l’Anci ha ha proposto di ripristinare la funzionalità dello smart CIG per questa tipologia di affidamenti, considerando che il CIG in questa fascia di valore è utilizzato solo per tracciabilità.
L’Anac riattiva Smart CIG per gli affidamenti sotto i 5000 euro
E così l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha preso la decisione di riattivare temporaneamente la smart CIG per gli affidamenti diretti sotto i 5.000 euro, estendendo questa possibilità fino al 30 settembre 2024. Questa iniziativa è volta a facilitare una transizione più agevole verso l’amministrazione digitale per le autorità locali, offrendo un’alternativa nel caso in cui si riscontrino difficoltà nell’utilizzo delle piattaforme telematiche certificate.
Qui il comunicato completo dell’Anac.
L’Anac semplifica anche gli obblighi per le stazioni appaltanti
Si fa presente, inoltre, che a partire dal 1° gennaio 2024, sono entrate in vigore significative modifiche in merito agli obblighi di pubblicazione e trasmissione di informazioni all’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac).
L’art. 226 del d.lgs. 36/2023, comma 3 lettera d), infatti abroga l’art. 1, comma 32, della legge 190/2012. Questo vuol dire che non è più prevista, per alcuna procedura contrattuale, la predisposizione del file XML e l’invio ad ANAC della PEC, entro il 31 gennaio, con indicazione del luogo di pubblicazione di detto file. Di conseguenza, perdono di efficacia le relative specifiche tecniche che disciplinavano le modalità di compilazione e pubblicazione del file XML e di invio ad Anac della dichiarazione di adempimento.
Prima di queste modifiche, i Responsabili Unici dei Progetti (RUP) erano tenuti a pubblicare sull’apposito sito della stazione appaltante l’elenco degli appalti svolti nell’anno precedente, oltre a comunicare tali informazioni all’Anac entro il termine sopra indicato.
Tuttavia è importante sottolineare che le stazioni appaltanti sono tenute a pubblicare in “Amministrazione Trasparente”, sottosezione “Bandi di gara e contratti”, il link tramite il quale si accede alla sezione della BDNCP (Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici) dove sono pubblicate, per ogni procedura di affidamento associata a un CIG, tutte le informazioni che le stazioni appaltanti hanno trasmesso attraverso SIMOG. Si tratta del sistema informatico, messo a disposizione dei Responsabili del Procedimento presso le stazioni appaltanti, per la gestione delle gare a partire dalla predisposizione degli atti di gara fino al collaudo delle prestazioni erogate dagli operatori economici aggiudicatari.
Un supporto informatico agli adetti ai lavori
In questo contesto la Società Golem Net, software house specializzata in soluzioni dedicate alle PA e presente all’interno del market place AgID e qualificata come Azienda destinata a fornire prodotti in modalità SaaS (Software as a service), si mette a disposizione dei soggetti che devono ottemperare a questo obbligo appena citato.
La sezione Amministrazione Trasparente di Golem Net è infatti già aggiornata e tutti gli enti che la usano hanno già il banner con il link alla BDNCP all’interno di bandi di gara e contratti/informazioni sulle singole procedure in formato tabellare.
Grazie al pacchetto dedicato alla Trasparenza Amministrativa, dal nome SitiPA, Golem Net mette a disposizione dell’Ente una soluzione completa e conforme a tutti gli obblighi normativi dei siti web della Pubblica Amministrazione.
L’applicativo offre infatti una gestione delle sezioni Amministrazione Trasparente e Società Trasparente particolarmente efficiente, all’insegna del rispetto intransigente dei criteri di accessibilità e usabilità.
noltre, tramite il modulo web Online PA, risulta semplificato l’inserimento e la contestuale gestione degli atti da pubblicare nell’Home Page del sito web istituzionale, nelle sezioni apposite previste dalla normativa.
Si tratta di Software che rendono più semplice il rispetto di questi adempimenti da parte degli utenti in base agli obiettivi della Direttiva UE 2016/2102.
In questo approfondimento ne parliamo in modo più dettagliato.
Infine compilando la form all’interno di questa pagina è possibile richiedere maggiori informazioni e un preventivo sul pacchetto completo SitiPA.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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