Negli ultimi tempi, la storica alleanza tra Polonia e Ungheria, pilastri del gruppo di Visegrád, ha subito una drammatica trasformazione a causa dei rapporti con la Russia da parte dei magiari.


Questo gruppo, che comprende anche Repubblica Ceca e Slovacchia, rappresenta un importante blocco economico all’interno dell’Unione Europea. Tuttavia, divergenze politiche e strategiche stanno minando la coesione di questa alleanza.

La crisi è esplosa con l’invasione russa dell’Ucraina, evento che ha ridefinito le priorità geopolitiche dei membri del gruppo. La Polonia, guidata da Donald Tusk, ha rafforzato i suoi legami con Bruxelles e ha adottato una linea dura contro Mosca. Al contrario, l’Ungheria di Viktor Orbán ha scelto una strada diversa, avvicinandosi ulteriormente a Russia e Cina. Questo disallineamento ha portato a tensioni crescenti, culminate in un acceso scambio di accuse tra i due paesi.

Ungheria e Polonia ai ferri corti sui rapporti con la Russia?

Recentemente, il premier ungherese Orbán ha criticato apertamente la Polonia, accusandola di ipocrisia per i suoi rapporti economici con la Russia. Orbán ha dichiarato che mentre i polacchi criticano l’Ungheria per le sue relazioni con Mosca, loro stessi acquistano petrolio russo in maniera indiretta. Questa affermazione ha provocato una forte reazione da parte del governo polacco.

Il vice ministro degli Esteri polacco, Władysław Teofil Bartoszewski, ha risposto duramente alle accuse, affermando che la Polonia non intrattiene rapporti commerciali con la Russia e ha criticato Orbán per il suo isolamento sulla scena internazionale. Bartoszewski ha inoltre suggerito che Orbán dovrebbe abbandonare le organizzazioni occidentali e unirsi a Putin, rafforzando così il messaggio di rottura.

Questa disputa non è un caso isolato. L’approccio dell’Ungheria nei confronti della Russia e della Cina ha causato crescente isolamento all’interno dell’UE. Molti alti funzionari europei hanno boicottato incontri organizzati dall’Ungheria, che attualmente detiene la presidenza di turno dell’Unione.

La frattura tra Polonia e Ungheria evidenzia le profonde differenze che stanno emergendo all’interno del gruppo di Visegrád. Mentre Varsavia si allinea sempre più con l’Occidente e le sue istituzioni, Budapest continua a percorrere una strada autonoma, rischiando di compromettere non solo le relazioni bilaterali, ma anche la stabilità e l’unità del blocco centro-europeo.

Quali conseguenze per la coesione europea?

Questo diverbio evidenzia le crescenti sfide all’interno dell’UE, mettendo a rischio l’unità e la capacità dell’Unione di agire in modo concertato su vari fronti.

Lo scontro tra Polonia e Ungheria potrebbe alimentare un clima di sfiducia all’interno dell’UE. La mancanza di coesione tra membri chiave del gruppo di Visegrád potrebbe riflettersi su altre alleanze interne, indebolendo la solidarietà europea. Quando paesi membri si criticano apertamente, la capacità dell’Unione di presentarsi come un fronte unito su questioni globali e regionali ne risente.

Inoltre può influenzare negativamente le politiche economiche e energetiche dell’UE. Con l’Ungheria che cerca accordi economici con la Russia, mentre la Polonia li critica apertamente, trovare un terreno comune sulle sanzioni economiche e sulle strategie energetiche diventa più arduo. Questo potrebbe ostacolare gli sforzi dell’UE per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.

Infine l’attuale presidenza di turno dell’UE detenuta dall’Ungheria è già segnata da boicottaggi e mancate partecipazioni da parte di alti funzionari europei. Questo potrebbe ridurre l’efficacia della presidenza ungherese nel guidare l’agenda dell’Unione, rallentando i processi decisionali e l’implementazione di politiche cruciali.