Ottenuto da pochi mesi lo status di candidato membro UE, oggi la Georgia vede il suo processo di ammissione bloccarsi a causa di una controversa legislazione.


L’annuncio di Tbilisi

Lo scorso 9 luglio, l’ambasciatore dell’Unione Europea (UE) in Georgia, Pawel Herczynski, ha preso la parola durante un evento a Tbilisi, organizzato proprio a sostegno del processo di integrazione europea. Il diplomatico ha frenato l’entusiasmo generale, annunciando che la procedura è momentaneamente sospesa, e con questa anche l’erogazione di una serie di aiuti economici di Bruxelles dal valore di 30 milioni di euro. Herczynski ha poi aggiunto che queste misure sono solo le prime di una serie di provvedimenti che verranno applicati contro la Georgia, e che l’UE sta cercando di ridirigere i suoi contributi dal governo di Tbilisi ad altri destinatari come membri della società civile e operatori dell’informazione.

L’annuncio dell’ambasciatore, benché estremamente significativo, non era inaspettato: i rapporti fra l’Unione e il Paese caucasico attraversano infatti da diversi mesi una fase di progressivo peggioramento. Al centro di questo raffreddamento vi è un controverso disegno di legge, recentemente approvato a Tbilisi e noto come “legge sugli agenti stranieri”. In base alla norma, tutti i media, le organizzazioni non governative e i gruppi non profit che ricevono oltre il 20% dei finanziamenti da soggetti esteri sono obbligate a registrarsi presso le autorità georgiane come “agenti stranieri”. Il provvedimento è stato duramente criticato prima della sua entrata in vigore, diventando oggetto di accese proteste di piazza e ricevendo un veto da parte del presidente Salome Zourabichvili. La legge è infatti considerata lesiva della libertà di espressione nel paese, e ha ricevuto l’appellativo di “legge russa” per via della sua somiglianza con una norma in vigore in Russia. Anche l’UE si era già espressa contro la legge nel corso di un summit il mese scorso, definendola come “antidemocratica” e avvertendo il governo georgiano delle possibili conseguenze che sarebbero derivate dalla sua approvazione. A queste dichiarazioni hanno fatto eco anche gli Stati Uniti, che hanno sanzionato alcuni esponenti del partito di governo georgiano e rimandato in via indefinita le proprie esercitazioni militari previste nel Paese, nell’ottica di una “revisione dei rapporti bilaterali”. Zourabichvili ha lanciato un appello alla popolazione georgiana per cogliere questi segnali, invitandola a scegliere “un futuro europeo sicuro” a fronte di “un avvicinamento all’orbita russa”.

Il processo bloccato

La Georgia aveva ottenuto lo status di candidato membro UE solo lo scorso dicembre. Con questo, Bruxelles ha richiesto l’applicazione di alcune misure, fra cui la lotta alla disinformazione, una serie di riforme in ambito giuridico e alcuni cambiamenti in politica estera, per allinearsi al blocco. L’UE si occupa successivamente di monitorare l’applicazione di questi standard e, una volta ritenuti adeguati i progressi, apre una conferenza, nella quale i Paesi membri deliberano all’unanimità. Herczynski si è dichiarato rattristato dagli ultimi sviluppi del dialogo fra Tbilisi e Bruxelles, affermando tuttavia che la situazione è migliorabile.