Spagna, Italia, Marocco, ma anche Francia. I dati di piovosità ed i livelli dei bacini idrici sono ai minimi storici in molte aree del bacino del Mediterraneo. Siamo a rischio desertificazione?


All’inizio del mese di giugno 2024 la regione della Catalogna ha dichiarato l’emergenza siccità. Con livelli nei bacini idrici inferiori al 16% della capacità e assenza di pioggia in alcune aree per tre annile autorità hanno introdotto restrizioni sulla quantità di acqua che i residenti possono utilizzare.

Siccità, il Mediterraneo verso la desertificazione di vaste aree?

Una vasta fetta dell’Europa meridionale, circa il 17% secondo i dati raccolti nell’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio europeo sulla siccità, mentre per l’intera Europa si parla di un quarto del territorio dell’UE, si trova attualmente in condizioni di allarme siccità, mentre l’8% è già in stato di allerta siccità, con serie restrizioni ai consumi.

Se osserviamo le condizioni attuali, sulla base degli ultimi dati disponibili fino alla fine di gennaio, vediamo che molte aree della regione del Mediterraneo sono effettivamente già in condizioni di allerta per la siccità“, afferma Andrea Toreti, coordinatore degli Osservatori europei e globali sulla siccità di Copernicus ch e prosegue: “Negli ultimi tre anni abbiamo assistito a una serie di eventi di siccità ricorrenti che hanno colpito queste aree“.

Cosa si può fare per frenare l’emergenza?

Ma cosa si può fare? Alcune risposte potrebbero essere contenute nel quadro di riferimento redatto diversi decenni ormai dall’UE, denominato “Water scarcity and drought” –  Preventing and mitigating water scarcity and droughts in the EU  – Scarsità d’acqua e siccità – prevenire e mitigare la scarsità d’acqua e la siccità in Europa – al quale si sta comunque lavorando per migliorare e adattare le politiche comunitarie alle nuove scoperte circa il cambiamento climatico ed i suoi impatti sulla disponibilità di risorse idriche.

Obiettivo quello di prevenire e mitigare la carenza idrica e la siccità nell’UE seppure il problema sembri continuare a crescere. Questo ha costretto Il Parlamento e i Paesi dell’UE a lavorare ad affrontare il tema con decisione e a lavorare ad una revisione di diverse misure della politica idrica dell’UE, a seguito di una proposta sulla gestione integrata delle acque inquinanti di superficie e sotterranee. L’ultima commissione si è riunita a metà giugno proprio con questo Ordine del giorno. Report degli scienziati come quello presentato a inizio 2024 dal Centro comune di ricerca (Jrc) della Commissione Ue nel suo ultimo rapporto ‘Siccità nel Mediterraneo – gennaio 2024’, che formalizza “l’impatto critico della siccità prolungata e delle temperature record” nell’area mediterranea hanno riportato in agenda il dibattito.

In Italia sono le Isole a soffrire maggiormente la sete. La Sicilia, inclusa nel dato Eu delll’8%, ha annunciato già da Febbraio uno “stato di calamità naturale” a causa dei livelli d’acqua nei bacini idrici in via di esaurimento, risultato di oltre otto mesi di “aridità quasi totale”, secondo l’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche. Dato preoccupante poiché si associa al dato dello scorso anno, che ha individuato la seconda metà del 2023 come la più secca degli ultimi 100 anni.

A questi numeri preoccupanti si unisce la voce di molti gli scienziati che avvertono sulla reale possibilità di rischio desertificazione, un evento che è agevolato anche da quei fenomeni definiti ‘bombe d’acqua’,  il cadere di piogge violentissime su terreni siccitosi ed asciutti. Questi fenomeni, infatti accelerando l’erosione ed il dilavamento delle sostanze nutritive del terreno, la vita stessa del suolo, con humus, microorganismi, Sali minerali e nutrienti  che lo rendono vita, tutti esistenti nei 20/30cm più superficiali del terreno.

In Sardegna dal 12 gennaio le autorità locali hanno vietato l’uso dell’acqua per l’irrigazione in diverse zone nel centro Regione, ma gli agricoltori sono in allarme anche nel resto della Sardegna come anche in Nord Africa, dove la mancanza d’acqua è divenuta cronica. Con precipitazioni inferiori del 70% rispetto alla media annua, per il sesto anno consecutivo il Marocco è alle prese con problemi di approvvigionamento idrico senza precedenti. L’impatto della siccità devastante dello scorso anno in tutta la Regione dei Pirenei e poi in altre Regioni è già visibile in Francia, Spagna e in Italia settentrionale.

La carenza di pioggia e le temperature record del gennaio 2024 hanno colpito le colture invernali e gli alberi da frutto lungo la costa in Spagna, Italia, Grecia e nelle isole del Mediterraneo, mentre in Marocco e Algeria la crescita dei raccolti è stata ridotta.  Difficoltà degli agricoltori e degli abitanti che non ci devono far abbassare la guardia sugli altri pericoli che questa situazione potrebbe recare. Primo tra tutti il pericolo incendi con la stagione più calda di sicura attualità e poi, un altro campanello dall’arme, quello legato alla produzione di energia, fonte ‘pulita’ di elettricità in un momento storico nel quale gas e petrolio sono sempre più al bando’.