Scopriamo quali saranno i possibili effetti della decisione sul mercato digitale: una storica sentenza con la quale il Dipartimento di Giustizia statunitense condanna il gigante della ricerca web di abuso di posizione dominate e monopolio illegale.


L’illecito sarebbe stato realizzato mediante accordi e pratiche scorrette che violano le norme antitrust, volte a danneggiare le aziende concorrenti, le nuove realtà economiche e la l’innovazione dell’intero settore.

Vediamo insieme quali sono le accuse mosse a Google dal Governo Federale Usa, riconosciute dal giudice Amit P. Mehta della Corte distrettuale della Columbia con la sentenza emessa lunedì 5 agosto e le possibili conseguenze che questa decisione senza precedenti può avere nel settore delle Big tech e nel mercato digitale.

Sentenza antitrust Usa contro il monopolio illegale di Google: il processo e la tesi dell’accusa

Il verdetto antitrust emanato dalla Giuria federale di San Francisco ha avuto origine dalle accuse presentate da Epic Games, azienda produttrice di videogiochi, contro il gigante tecnologico accusato di aver messo in atto pratiche commerciali scorrette in violazione delle norme antitrust statunitensi. Le leggi a cui fare riferimento sono quelle contenute nelle sezioni 1 e 2 dello Sherman Act, la prima legge antitrust degli Stati Uniti d’America risalante al 1890 volta contro i monopoli volta a sanzionare le pratiche anticoncorrenziali.

Nello specifico, il produttore del famoso videogioco Fortnite ha accusato Google di esercitare, attraverso Google Play Store, un monopolio illegale nella distribuzione e nei pagamenti delle app sui dispositivi Android. Un controllo totale del mercato, volto ad ostacolare la concorrenza attraverso l’imposizione di restrizioni agli sviluppatori di app e che, di fatto, ha ostacolato l’innovazione tecnologica dell’intero settore e limitato la libertà di scelta dei consumatori.

“Dopo aver attentamente considerato e soppesato le testimonianze e le prove, la Corte ha raggiunto la seguente conclusione: Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio”, queste le parole riportate nella sentenza del giudice Amit P. Mehta. Il Dipartimento di Giustizia ha stabilito che il colosso americano, tramite una partnership con Apple, ha bloccato ben il 90% del mercato della ricerca su Internet. La condanna: monopolio illegale e abuso di posizione dominante in aperta violazione delle norme statunitensi volte a tutelare la concorrenza.

Le possibili conseguenze della sentenza nel mercato digitale

La storica sentenza potrebbe avere importati effetti sul futuro delle Big tech e sull’intero mercato digitale. Secondo il responsabile dell’antitrust per il Dipartimento di Giustizia, Jonathan Kanter il verdetto “spiana la strada per l’innovazione per le prossime generazioni e proteggere l’accesso alle informazioni per tutti gli americani”. Per la Casa Bianca, si tratta di “una vittoria per il popolo americano – che merita un Internet libero, equo e aperto alla concorrenza».

La decisione rappresenta un precedente giudiziario di fondamentale importanza, in grado di influenzare altre cause antitrust governative contro i colossi della tecnologia come Google, Apple, Amazon e Meta. Una vittoria significativa, la più importante fino ad oggi, nella lotta al monopolio di potere in questo strategico settore. Un primo passo nella costruzione di un nuovo quadro regolamentare del mercato digitale mondiale.