La Corte UE dei diritti dell’uomo (CEDU), uno dei più importanti tribunali internazionali e legato al Consiglio d’Europa, ha condannato la pratica della Grecia legata al respingimento dei migranti.


La sentenza ha riconosciuto per la prima volta l’esistenza di pratiche sistematiche di respingimento dei migranti al confine tra Grecia e Turchia. Questa decisione sottolinea la natura illegale di tali operazioni sia dal punto di vista del diritto nazionale che internazionale.

La sentenza della Corte UE dei diritti dell’uomo sul respingimento dei migranti in Grecia

Nel gennaio 2025, la Corte ha pubblicato i verdetti relativi a due casi emblematici: A.R.E. contro Grecia e G.R.J. contro Grecia. Tali casi rappresentano una parte delle 47 denunce presentate contro la Grecia tra gennaio e dicembre 2021. Il Centro Europeo per i Diritti Costituzionali e Umani (ECCHR), insieme a PRO ASYL e Refugee Support Aegean, ha contribuito con un intervento di terze parti nel luglio 2022, evidenziando l’assenza di responsabilità per le violazioni dei diritti umani connesse ai respingimenti.

Dettagli dei casi

Nel caso A.R.E. contro Grecia, un cittadino turco è stato espulso senza una valutazione dei rischi a cui sarebbe stato esposto una volta rimpatriato. La Corte ha stabilito che il richiedente è stato detenuto illegalmente prima del respingimento, una condizione equiparabile a una scomparsa forzata. Inoltre, è emerso che il sistema legale greco non offre rimedi efficaci per queste violazioni.

Diversamente, nel caso G.R.J. contro Grecia, che riguardava un minore non accompagnato di origine afghana prelevato da un campo profughi e costretto su una zattera gonfiabile nel Mar Egeo, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Sebbene fosse evidente la difficoltà di raccogliere prove su operazioni segrete, i giudici hanno ritenuto che il richiedente non avesse fornito elementi sufficienti a dimostrare il respingimento subito. Questo elevato standard probatorio rappresenta un ulteriore ostacolo alla responsabilità delle autorità greche.

Violazioni dei diritti umani

I casi sollevano questioni fondamentali riguardo alla violazione di articoli chiave della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, tra cui:

  • Articolo 2: Diritto alla vita.
  • Articolo 3: Divieto di tortura e trattamenti inumani o degradanti.
  • Articolo 5: Diritto alla libertà e alla sicurezza.
  • Articolo 8: Rispetto della vita privata e familiare.
  • Articolo 13: Diritto a un rimedio effettivo.

Un sistema di responsabilità inefficace

L’intervento congiunto di ECCHR, PRO ASYL e Refugee Support Aegean ha analizzato come le pratiche di respingimento siano parte di una politica intenzionale e coordinata per scoraggiare la migrazione. Le indagini di organismi di monitoraggio, come il Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa, evidenziano un modello consolidato di maltrattamenti e impunità delle forze greche. La natura segreta di queste operazioni e la mancanza di documentazione rendono quasi impossibile una reale investigazione a livello nazionale.

Il contesto delle pratiche di respingimento

Negli ultimi vent’anni, la Grecia ha adottato una politica sistematica di respingimenti, spesso con modalità violente. Migranti e rifugiati sono stati fermati al confine terrestre nella regione dell’Evros e costretti a ritornare in Turchia su gommoni. Altri sono stati intercettati in mare e riportati nelle acque turche o abbandonati su zattere nel Mar Egeo. Queste operazioni non solo violano i diritti umani fondamentali, ma impediscono anche alle vittime di accedere alla giustizia. Di fronte alla mancata responsabilità delle autorità greche, molti migranti si sono rivolti alla CEDU a Strasburgo.

Prospettive future

Nonostante le sentenze rappresentino un passo avanti, restano numerosi casi pendenti presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, coinvolgendo richiedenti provenienti da paesi come Turchia, Iraq, Siria e Afghanistan. La strada verso la giustizia appare ancora lunga, con sfide significative legate alla raccolta delle prove e alla volontà delle autorità greche di fare luce sulle proprie azioni.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo (in lingua francese).