Tensione al corteo contro il primo ministro Rama: i manifestanti lanciano molotov contro il palazzo del governo e l’ufficio del sindaco.


Un corteo contro la corruzione

Nella sera dell’11 luglio scorso, centinaia di persone hanno partecipato a una protesta contro il primo ministro albanese Edi Rama, affollando le strade delle capitale Tirana. I cittadini hanno richiesto espressamente le dimissioni di Rama e la libertà del capo dell’opposizione ed ex primo ministro Sali Berisha, attualmente confinato in un regime di arresti domiciliari. Le proteste, inizialmente pacifiche, sono poi arrivate a minacciare l’ordine pubblico quando alcuni manifestanti hanno lanciato diverse molotov contro la sede del governo e l’ufficio del sindaco di Tirana, anch’egli esponente del Partito Socialista di Rama. Le forze dell’ordine sono intervenute per estinguere le fiamme, ma non si sono verificati scontri con i cittadini in protesta, né feriti.

La popolarità di Rama, a capo del governo dal 2013, sembra in forte calo negli anni recenti. Il primo ministro è attualmente accusato dalla popolazione di corruzione e iniziative antidemocratiche, poiché in seguito alla sua nomina il Partito Socialista si è affermato in ogni elezione disputata a livello locale e nazionale.

L’opposizione marginalizzata

Questa inarrestabile crescita del partito di Rama ha comportato di pari passo anche un ruolo politico sempre più marginale per il Partito Democratico di Berisha, al governo dal 2005 al 2013. La reclusione dell’ex primo ministro, iniziata a dicembre 2023 nell’ambito di un’indagine per corruzione, sembra rappresentare l’ultimo sviluppo di questa tendenza. Il settantanovenne Berisha ha negato tutte le imputazioni che gli sono state rivolte, accusando poi a sua volta Rama di silenziare l’opposizione. In vista del corteo organizzato dell’11 luglio, inoltre, l’ex premier ha diffuso un videomessaggio per i manifestanti, invitandoli a protestare, se necessario ricorrendo anche ad atti di disobbedienza civile, pur di persuadere Rama a indire delle elezioni anticipate. Nel filmato, Berisha critica molto aspramente le politiche sociali ed economiche del primo ministro, definendole come “più dannose di guerre e disastri naturali” per il Paese. “L’Albania è l’unico paese d’Europa dove il leader dell’opposizione si trova in uno stato di arresto politicamente motivato senza alcuna prova” dichiara il politico nel video. Al momento, la legittimità delle imputazioni rivolte a Berisha è sottoposta al vaglio del procuratore generale, il quale dovrà successivamente deliberare sulla conseguente possibilità di depositare delle accuse formali a carico dell’ex premier.


Fonte: articolo di Giovanni Benedetti