Dalle Olimpiadi di Parigi 2024 arrivano storie di campioni dello Sport che, al di là dell’evento patinato, hanno problemi economici: non tutti gli atleti nuotano nell’oro, nemmeno in Italia e non parliamo certo di medaglie olimpiche.
Non tutti gli atleti sono super star: molti ad esempio, sono studenti universitari che lottano per mantenere un equilibrio tra carriera sportiva e necessità quotidiane.
Il caso emblematico è quello ad esempio di Veronica Fraley, discobola di 24 anni degli Stati Uniti, che sta per affrontare la sua prima Olimpiade a Parigi 2024: ma le sue sfide non si limitano al campo di gara.
Olimpiadi Parigi 2024, anche i campioni dello Sport hanno problemi economici
La giovane atleta, che ha recentemente attirato l’attenzione dei media grazie a una raccolta fondi avviata per pagare l’affitto, mette in luce le difficoltà economiche che molti sportivi americani affrontano.
La situazione di Fraley è rappresentativa di una realtà più ampia. Nonostante l’università le abbia coperto circa il 75% dell’affitto, la restante parte rimane un peso considerevole. A confronto, gli atleti dei programmi di football universitario, anche se meno brillanti sul campo (come dimostrano le 2 vittorie e 10 sconfitte dello scorso anno), ricevono compensi sufficienti per acquistare auto e case. Fraley ha sottolineato questo squilibrio con una critica indiretta verso il sistema di finanziamento degli sport universitari.
L’appello di Fraley ha trovato supporto inaspettato da alcune celebrità americane. Flavor Flav, il noto rapper e fondatore dei Public Enemy, ha offerto il suo aiuto direttamente, promettendo assistenza finanziaria. Anche Alexis Ohanian, fondatore di Reddit e marito della tennista Serena Williams, è intervenuto, contribuendo a garantire a Fraley la sicurezza abitativa per il 2024.
Questo sostegno arriva in un momento in cui la pressione economica sugli sportivi è particolarmente alta, riflettendo le sfide economiche che molti atleti, non solo negli Stati Uniti, devono affrontare.
La gestione delle risorse economiche e il sostegno ai professionisti dello sport
Il problema della gestione delle risorse finanziarie è comune anche tra i professionisti dello sport. La carriera di un atleta, anche se ben remunerata, non sempre assicura una sicurezza economica duratura. Molti sportivi, una volta ritirati, si trovano a fare i conti con debiti e cattive scelte finanziarie. Esempi celebri, come quello del compianto George Best, il leggendario calciatore del Liverpool, mostrano come anche grandi nomi dello sport possano finire in difficoltà economiche. Best stesso ammise di aver dissipato gran parte delle sue fortune in eccessi e spese poco oculate.
Le leghe sportive professionistiche negli Stati Uniti hanno istituito misure per affrontare queste problematiche, come fondi pensionistici e corsi di educazione finanziaria per gli atleti. Per esempio, un giocatore NBA con dieci anni di carriera può ricevere un pensionamento di 14.000 dollari al mese a partire dai 55 anni.
Ma, come già detto, sono solo alcune leghe professionistiche a coprire queste difficoltà, e restano poche nel totale.
E in Italia? Esistono sostegni a sportivi ed ex sportivi in difficoltà?
In Italia, il sostegno per gli sportivi di alto livello che si trovano in difficoltà economiche è regolato dalla Legge Giulio Onesti, istituita nel 2003. Questo provvedimento si ispira al modello della Legge Bacchelli, che offre un aiuto simile agli artisti italiani che versano in condizioni di grave necessità. La legge Onesti, dedicata al primo presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, rappresenta un’importante rete di sicurezza per gli ex atleti che, una volta conclusa la carriera sportiva, possono trovarsi in difficoltà economiche nonostante i successi ottenuti durante la loro attività agonistica.
Finalità
La Legge Giulio Onesti è stata concepita per fornire un supporto economico agli sportivi italiani che abbiano conseguito notevoli meriti nel loro campo, ma che si trovano in una condizione di particolare difficoltà finanziaria. Questo vitalizio, che può essere comparato al sostegno offerto dalla Legge Bacchelli agli artisti, è pensato per garantire una certa stabilità economica a coloro che hanno dato un contributo significativo allo sport italiano, ma che, dopo la carriera, si trovano a fronteggiare gravi problemi economici.
Per accedere al sussidio, gli sportivi devono soddisfare requisiti specifici, tra cui avere una carriera di alto livello riconosciuta e trovarsi in una situazione economica dimostrabilmente precaria. Inoltre, non devono avere condanne penali irrevocabili e devono aver mantenuto una chiara fama legata ai meriti sportivi. La selezione dei beneficiari è effettuata da una commissione, composta da membri designati da diverse istituzioni, che valuta le richieste e decide chi merita di ricevere il sostegno.
Assegnazione
Il sostegno economico previsto dalla Legge Onesti viene erogato sotto forma di assegno vitalizio. L’importo massimo del vitalizio è soggetto a rivalutazione annuale in base all’andamento dell’inflazione, garantendo che l’ammontare del sussidio mantenga il suo valore reale nel tempo. La cifra inizialmente fissata a 15.000 euro annui è stata successivamente aumentata, anche se la somma effettiva può variare a seconda delle disponibilità del fondo e delle condizioni economiche del beneficiario.
Il fondo per i vitalizi è gestito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che annualmente autorizza la spesa necessaria per il pagamento dei contributi. Le risorse disponibili sono distribuite tra un numero limitato di beneficiari, che viene fissato dalla legge e può variare di anno in anno. La selezione è effettuata da una commissione apposita, che include rappresentanti del CONI, del Ministero della Cultura e dell’Ufficio per lo Sport, tra gli altri.
Beneficiari
Nel corso degli anni, la Legge ha supportato numerosi ex sportivi provenienti da diverse discipline, come pugilato, ciclismo, e altre specialità.
Tra i beneficiari ci sono stati campioni di sport olimpici e professionistici che, nonostante i loro successi, hanno incontrato difficoltà economiche significative.
Citiamo ad esempio i pugili Bruno Arcari, Franco De Piccoli, Nino La Rocca, Sandro Lopopolo, Pierluigi Del Papa, Remo Golfarini, Giancarlo Garbelli e Bruno Scarabellin, il ciclista Antonio Bailetti, il velista Sergio Sorrentino, la tiratrice Bina Colomba Guiducci, la cestista Nidia Pausich, il pattinatore ed hockeista Orazio Fagone, l’atleta Arturo Maffei, il golfista Renato Campagnoli.
Il vitalizio rappresenta per loro un’importante forma di aiuto, contribuendo a garantire una certa sicurezza economica e dignità dopo la fine della carriera sportiva.
Anche la carriera sportiva non è priva di incognite
La carriera sportiva, sebbene possa essere estremamente gratificante e ben remunerata, è spesso breve e caratterizzata da una precarietà intrinseca. Gli atleti, indipendentemente dal loro successo, devono affrontare una serie di sfide economiche una volta che i riflettori si spengono. Le difficoltà possono derivare da vari fattori, come la gestione inadeguata delle risorse finanziarie, la mancanza di preparazione per il futuro dopo il ritiro e le spese impreviste legate a infortuni o malattie.
Il caso di Veronica Fraley è emblematico di queste sfide. Nonostante i suoi successi e il fatto che sia in vista di un’importante manifestazione sportiva come le Olimpiadi, Fraley ha dovuto ricorrere a una campagna di raccolta fondi per far fronte alle spese quotidiane, un aspetto che evidenzia l’inevitabilità delle difficoltà economiche anche per atleti promettenti. L’intervento di celebrità e benefattori, è un chiaro segnale di come il sostegno esterno possa fare una differenza significativa nella vita degli sportivi.
Tuttavia, questo sollevamento temporaneo non basta a risolvere il problema alla radice. La necessità di un sistema di supporto più ampio e strutturato è evidente. Le misure di assistenza dovrebbero essere pensate non solo come risposte emergenziali, ma come parte integrante di una rete di protezione per gli sportivi. Un tale sistema potrebbe includere programmi di educazione finanziaria per atleti in attività, piani pensionistici adeguati e un sostegno proattivo per aiutare gli sportivi a pianificare e gestire il loro futuro al di fuori del campo.
Un approccio strutturato e continuo non solo aiuterebbe a prevenire situazioni di crisi economica tra gli sportivi, ma anche a garantire una transizione più agevole verso la vita dopo il ritiro. Un sostegno sistematico, che si estenda oltre le misure di emergenza, potrebbe contribuire a creare un ambiente in cui gli atleti possono concentrarsi sulle loro performance senza doversi preoccupare costantemente delle incertezze economiche.