L’assenza di Milei, da sempre dichiaratamente scettico verso il mercato comune, ne mette in luce i numerosi problemi interni.
Il vertice di Asunción
Il vertice annuale del Mercosur, l’accordo di libero scambio fra le principali economie del Sudamerica, si è aperto il 7 luglio ad Asunción. L’ordine del giorno comprende la ricerca di trattati commerciali con alcuni nuovi partner, fra cui Corea del Sud, Giappone e Emirati Arabi Uniti, e l’ingresso della Bolivia come membro ufficiale, al termine di un negoziato aperto nel 2015. A saltare subito all’occhio è stata però un’assenza, quella del presidente argentino Javier Milei, che ha preferito recarsi a un evento organizzato dalla destra brasiliana. Si tratta di una presa di posizione coerente con la linea politica di Milei, che si è sempre espresso criticamente verso il Mercosur, arrivando a definirlo come “un meccanismo difettoso”. La funzione di rappresentanza dell’Argentina è stata affidata al ministro degli Esteri, Diana Mondino, il quale ha comunque mantenuto una linea dura, affermando che l’accordo è viziato da “un alto grado di inerzia” e che per uscirne necessita di “uno shock di adrenalina”.
Il Mercosur e i suoi problemi
Formato con l’auspicio di incrementare il commercio e il dialogo in una regione fino ad allora dominata dai regimi militari, il Mercosur ha risentito di numerose problematiche fin dalla firma del suo trattato costitutivo, avvenuta nel 1991 proprio ad Asunción. Una forte discontinuità politica, unita alla lentezza dell’apparato burocratico e alla netta predominanza di Argentina e Brasile nei processi decisionali, ha reso l’accordo molto meno efficace di quanto sperato, con una quota di commercio interno che si attesta intorno al 15%. Bisogna inoltre fare presente che i Paesi membri producono beni fra loro molto simili, in particolare nel settore agricolo. Anche gli accordi esterni del Mercosur non hanno ancora portato i frutti sperati, con solo due patti attualmente in vigore (con Egitto e Israele) e una bozza di accordo con l’Unione Europea (UE) in discussione da oltre 20 anni. Nel 2021, l’Uruguay ha stipulato un accordo economico bilaterale con la Cina esterno al Mercosur, dal quale il presidente Luis Lacalle Pou ha dichiarato di essersi sentito “tenuto in ostaggio”. In seguito, il Brasile ha tentato a sua volta di aprire un negoziato con Pechino a nome di tutta la comunità, ma le trattative sono state bloccate dal riconoscimento paraguaiano di Taiwan.
Quale futuro possibile per il patto?
Questo scenario denso di problematiche ha nel tempo portato i paesi membri a perdere fiducia nell’accordo, fomentati anche da alcune profonde divergenze politiche come quelle fra Milei e il presidente brasiliano Lula. Diversi economisti sostengono che l’ultima presa di posizione di Milei, analogamente ai simili gesti dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, indebolisca ulteriormente il Mercosur inficiando sulla sua credibilità internazionale. Tuttavia, il patto sembra attraversare un periodo di crescita per la prima volta in diversi anni.
Fonte: articolo di Giovanni Benedetti