Jacob Zuma, ex presidente sudafricano e figura di spicco del Congresso Nazionale Africano (ANC), ha subito l’espulsione dal partito che ha guidato il paese dagli anni Novanta.


Zuma, che ha presieduto l’ANC dal 2007 al 2017, è stato cacciato a seguito di una decisione del Comitato disciplinare nazionale del partito, che lo ha dichiarato colpevole di aver compromesso l’integrità dell’ANC.

L’espulsione di Jacob Zuma dall’ANC

Il politico 82enne, membro dell’ANC da 60 anni, è stato accusato di aver fondato e fatto campagna per un nuovo partito, l’uMkhonto weSizwe (MK), che ha ottenuto 58 seggi nelle elezioni parlamentari di maggio. Sebbene l’ANC non abbia ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale sulla sua espulsione, la South African Broadcasting Corporation (SABC) ha riportato di essere in possesso di documenti che confermano la decisione. Secondo tali documenti, Zuma ha agito in collaborazione con l’MK in modo contrario agli scopi, alle politiche e agli obiettivi dell’ANC.

L’espulsione di Zuma avviene in un contesto già complicato per l’ex presidente. Il 20 maggio scorso, la Corte Costituzionale sudafricana ha dichiarato Zuma ineleggibile per le elezioni legislative del 29 maggio, a causa di una condanna a quindici mesi di prigione ricevuta nel 2021. Questa condanna ha posto un ulteriore freno alle sue ambizioni politiche, escludendolo definitivamente dalle competizioni elettorali.

Già in passato nel mirino dei giudici

Zuma, che ha governato il Sudafrica dal 2009 al 2018, è stato costretto a dimettersi dalla presidenza nel 2018 a causa di gravi accuse di corruzione. Da allora, è stato coinvolto in una dura faida politica con l’attuale presidente Cyril Ramaphosa. Nonostante le difficoltà, Zuma ha continuato a essere una figura influente nel panorama politico sudafricano, cercando di ritagliarsi un nuovo spazio con l’MK, partito radicale che porta il nome del braccio armato dell’ANC durante la lotta contro l’apartheid.

Il giudice Leona Theron ha dichiarato che, essendo stato condannato a una pena detentiva superiore a dodici mesi, Zuma non può candidarsi alle elezioni legislative, consolidando così il suo allontanamento dalla scena politica ufficiale.

L’espulsione di Zuma dall’ANC segna una svolta significativa nella politica sudafricana, sollevando interrogativi sul futuro del partito e sul ruolo che l’ex presidente potrà ancora giocare. Con l’ANC che cerca di mantenere la sua coesione interna e l’MK che emerge come una nuova forza politica, il panorama politico del Sudafrica continua a evolversi, riflettendo le profonde trasformazioni in atto nel paese.

L’endorsement di Zuma alla Russia nel 2022

Nel 2022 aveva fatto discutere nel mondo Occidentale, come riportato dal quotidiano Agenzia Nova, il suo sostegno al presidente russo Vladimir Putin nel conflitto in corso in Ucraina, definendolo “un uomo di pace“. In un comunicato diffuso dalla sua fondazione, Zuma ha dichiarato: “Abbiamo tutti bisogno di pace in questo mondo. Pertanto vorremmo esortare le persone coinvolte a portare la pace il più rapidamente possibile in modo che le vite possano essere salvate“.

Zuma ha descritto l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia come “giustificabile“. La sua fondazione ha affermato che Putin è stato “molto paziente” con l’Occidente, spiegando ripetutamente che l’espansione orientale della NATO rappresentava una minaccia per la Russia. La dichiarazione prosegue sostenendo che “sicuramente, in termini di sforzi per raggiungere la pace nel mondo, la sovranità dell’Ucraina e tutti i dettami democratici non possono significare consentire alla NATO di stabilire una presenza nella sua sfera d’influenza, creando così un rischio insostenibile per la Russia“.

La fondazione di Zuma ha anche criticato l’ipocrisia percepita dei Paesi occidentali, accusandoli di unirsi contro la Russia mentre in passato hanno invaso altri Stati che percepivano come minacce. La dichiarazione evidenzia che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno ignorato o sostenuto conflitti in altre regioni, aggiungendo un ulteriore strato di complessità alla già delicata situazione geopolitica.