Stasera la città di Udine si prepara a vivere una partita di calcio particolarmente delicata, non tanto per il valore sportivo, quanto per la tensione che accompagna l’incontro tra Italia e Israele, valido per la Nations League.


Il match si gioca in un clima teso, segnato dalle recenti vicende geopolitiche, tra cui gli attacchi israeliani contro la missione Unifil in Libano. Sebbene l’incontro si disputerà a porte aperte, le misure di sicurezza attorno allo stadio Friuli risultano particolarmente intensificate.

Il capoluogo friulano è blindato

Già da ieri, la zona circostante l’impianto sportivo è stata chiusa al traffico e domani saranno installate barriere e dispositivi dissuasori per prevenire potenziali incidenti. In particolare, saranno collocati ostacoli fisici per impedire che veicoli possano raggiungere le aree pedonali vicine allo stadio, dove è previsto un flusso di persone tra il parcheggio e l’ingresso. Nella riunione della scorsa settimana in questura, il piano sicurezza è stato discusso a lungo, ma non sono stati diffusi dettagli sul numero di forze dell’ordine impiegate. Si parla solamente in modo ufficiale di una serie di prefiltraggi prima dei tornelli d’accesso con oltre 450 steward impegnati. 

Diverse unità mobili della polizia sono attese da varie parti del nord Italia, e gli artificieri saranno impegnati già da questa sera alla fine della partita per bonificare la cosiddetta “zona rossa”. L’accesso all’area sarà limitato ai soli addetti ai lavori, alle squadre nazionali e alla squadra dell’Udinese, che riprenderà gli allenamenti lunedì pomeriggio utilizzando gli spogliatoi dello stadio. Tuttavia, i giocatori dovranno lasciare la struttura qualche ora prima del fischio d’inizio, per permettere un’ulteriore ispezione dell’impianto da parte delle forze di sicurezza.

Le contestazioni contro la partita di calcio Italia – Israele a Udine

Le tensioni non si limitano solo alle misure di sicurezza. Lo scorso settembre, durante la partita d’andata disputata a Budapest, centinaia di tifosi italiani avevano voltato le spalle durante l’esecuzione dell’inno israeliano in segno di protesta contro le operazioni militari nella Striscia di Gaza.

A Udine, le proteste hanno già preso forma con scritte comparse vicino al municipio che accusano il Comune e la Regione Friuli Venezia Giulia di essere complici di un presunto genocidio ai danni del popolo palestinese. Frasi come “#banIsrael” e “#nopatrocinio” sono apparse anche davanti alla sede regionale. Il patrocinio concesso alla partita dal Comune e dalla Regione ha alimentato ulteriormente il dibattito. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha difeso la scelta di ospitare l’evento, mentre il Comune, inizialmente titubante, ha infine confermato il proprio appoggio.

Oltre alle scritte, è previsto per oggi pomeriggio in queste ore un corteo pro-Palestina nel centro di Udine. Il Comitato per la Palestina di Udine, insieme ad altre organizzazioni locali, ha promosso la manifestazione per denunciare l’uso dello sport come strumento di propaganda politica, noto anche come “sport-washing”. Si prevede che oltre 80 associazioni prenderanno parte alla manifestazione, con un servizio d’ordine interno per garantire lo svolgimento pacifico del corteo.

Gli organizzatori accusano la nazionale israeliana di essere complice delle violazioni dei diritti umani e della repressione in corso. Nonostante il corteo non possa avvicinarsi allo stadio, che sarà blindato, il messaggio della protesta intende raggiungere un pubblico più ampio.