Un movimento di Associazioni di Italodiscendenti si sta pian piano radunando intorno alla necessità di veder riconosciuti i propri diritti costituzionali. Sono le comunità di Italiani all’estero, definite anche comunità della diaspora.


Un mondo sconosciuto ai più, fatto di professionisti, agricoltori, imprenditori, businessman, persone di successo, benestanti, discendenti degli italiani emigrati a cavallo della seconda metà del 1800 e del 1900.  Nei paesi dove vivono, principalmente Usa e America Latina, le popolazioni di origine italiana, si stima, stiano generando un valore economico superiore ai 2.500 miliardi di Euro. Cifre importanti per economia e per numeri, si parla di circa 80 milioni di persone, più della popolazione dell’Italia (oggi poco meno di 60 milioni), che si scontrano quotidianamente con burocrazia, lungaggini amministrative, difficoltà linguistiche, barriere e resistenze di ogni tipo. (fonte dati studio The European House – Ambrosetti in collaborazione con la National Italian American Foundation).

Dal Brasile all’Argentina, cresce il movimento per il riconoscimento della Cittadinanza

Un mondo di Italiani che cercano di riconnettersi con le proprie origini, avendone tutti i diritti, ma che spesso ricorrono ai tribunali per vederli riconosciuti. Di questo e molto altro si è parlato lo scorso 21 giugno 2024, Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma, La Sapienza nel convegno dal titolo “La cittadinanza italiana per discendenza: aspetti teorici e pratici nel caleidoscopio del diritto comparato“. Una importante occasione di approfondimento sui vari aspetti legali, teorici e pratici legati alla cittadinanza italiana per discendenza, con un particolare focus sul confronto con le normative di altri Paesi, con interventi di professori da Università Italiane, Brasiliane, Francesi.

Oltre agli aspetti strettamente normativi, procedurali e legali, il dibattito ha offerto anche spunti di ragionamento circa il valore aggiunto che gli Italodiscendenti possono rappresentare per il sistema Paese Italia, dal contrasto alla tendenza demografica negativa, alla lotta allo spopolamento delle aree interne, all’attrazione di giovani talenti e di investimenti imprenditoriali ed immobiliari.

La legge 5 febbraio 1992, n. 91, regola le modalità di acquisto della cittadinanza italiana e costituisce il fondamento del riconoscimento della cittadinanza italiana per iure sanguinis. Questo diritto stabilisce che il figlio di genitori cittadini italiani acquisisce la cittadinanza italiana per nascita. Tale principio si estende anche ai discendenti di emigrati italiani, permettendo ai discendenti di generazioni successive di acquisire la cittadinanza italiana iure sanguinis, anche se nati e cresciuti all’estero e senza limiti generazionali.

La “trasmissione” della cittadinanza italiana ai discendenti

La cittadinanza italiana può essere trasmessa ai discendenti di madre italiana, purché questi siano nati dopo il 1° gennaio 1948, data di entrata in vigore della Costituzione, e a condizione che la madre fosse cittadina italiana al momento della loro nascita.

La norma richiede che questi cittadini dimostrino la propria discendenza italiana. Ed è qui che iniziano le difficoltà nel veder riconosciuti i propri diritti, secondo i racconti di questi cittadini. Difficili i rapporti, spesso anche solo i primi contatti via email o pec, con gli uffici anagrafe e stato civile dei comuni di origine, soprattutto quelli più piccoli.

Banche dati cartacee non digitalizzate, scarsità del personale spesso impiegato su più ruoli, barriere linguistiche sono le prime insormontabili difficoltà che rendono spesso impossibile per il cittadino ritrovare i documenti del proprio nonno o bisnonno, ancora di più se la discendenza è materna. In molti abbandonano oppure cercano la via legale.

Ma le difficoltà ci sono anche se si sceglie questa strada, dove i procedimenti di riconoscimento del diritto di cittadinanza arrivano a protrarsi anche oltre 5 anni, uno slalom tra tribunali ingolfati e personale oberato. Un percorso ad ostacoli, più complesso per chi è oggi in Brasile e in Argentina, le popolazioni più numerose. Convegno ricco di spunti, vale una riflessione su ciò che per molti uffici continua a sembrare un “problema” ma, in realtà, dati alla mano, potrebbe rappresentare un gran numero di nuove opportunità per il sistema Italia.


Fonte: articolo di Rossella Angius