A distanza di vent’anni dall’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre continuano a circolare varie ipotesi, portate avanti anche dai vigili del fuoco operativi durante la tragedia: una di queste è che le torri del WTC fossero “minate”.
Questa ipotesi era stata rilanciata diversi anni fa, nel 2019, anche dal giornalista Giulietto Chiesa, che aveva sottolineato che questa visione dell’attacco dovesse essere ascoltata e verificata.
Si tratta proprio di una delle ipotesi più discusse: quella che suggerisce un presunto utilizzo di esplosivi preinstallati nelle strutture ha riacceso il dibattito pubblico.
Attentato dell’11 settembre al World Trade Center: Torri Gemelle erano minate?
Subito dopo l’attentato la rivista Fire Engineering, specializzata nel settore della protezione antincendio e collegata al corpo dei vigili del fuoco di New York, aveva avanzato l’idea che i danni provocati dagli aerei e dalla combustione del carburante non fossero sufficienti a giustificare il crollo totale delle torri.
Questo punto di vista era condiviso anche da alcuni vigili del fuoco che avevano partecipato ai soccorsi durante l’attacco e che, nel corso degli anni, avevano sollevato dubbi sui meccanismi dell’attentato.
Un gruppo di pompieri sopravvissuti, noto come “Commissione dei cinque”, composto da Philip F. Melloy, Dennis G. Lyons, Joseph M. Torregrossa, Christopher L. Gioia e Les Saltzman, ha preso posizione pubblica in merito. Questa commissione è emersa come un simbolo della ricerca della verità, dopo aver visto perdere 24 dei propri colleghi e quattro residenti del quartiere durante il dramma. Nel 2019, il gruppo ha sostenuto la richiesta avanzata dal Comitato degli Avvocati per una nuova inchiesta sull’11 settembre, chiedendo formalmente che venisse riconosciuta l’ipotesi dell’uso di esplosivi nel World Trade Center.
L’Ufficio del Procuratore del Distretto Sud di New York, guidato da Geoffrey S. Berman, ha risposto nel novembre 2019 accogliendo la petizione e permettendo che la questione fosse esaminata da un Gran Jury. Tuttavia, il cammino verso una verità definitiva è ostacolato da ritardi e complicazioni, mentre testimoni ed esperti continuano a chiedere ulteriori indagini.
Il commissario Gioia ha dichiarato: “Siamo il primo distretto a approvare questa risoluzione e non saremo gli unici.” Questo statement sottolinea la determinazione del corpo dei vigili del fuoco di continuare a cercare risposte e chiarimenti sugli eventi dell’11 settembre.
La domanda rimane: chi avrebbe avuto il potere e le risorse per predisporre cariche esplosive nelle torri prima degli attacchi? Gli investigatori sono ancora oggi chiamati a rispondere a questa e ad altre domande cruciali per chiarire i misteri che avvolgono quel tragico giorno.
Con il tempo che passa e gli ostacoli che si accumulano, la ricerca della verità continua a essere una priorità per coloro che hanno vissuto e testimoniato gli eventi dell’11 settembre. La speranza è che, attraverso nuove indagini e la collaborazione di istituzioni governative, si possa finalmente ottenere una comprensione completa e trasparente di quanto accaduto.