Nelle prime ore del mattino di oggi, Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas dal 2017, è stato assassinato in un attacco aereo israeliano che ha colpito la sua residenza a Teheran.


L’attacco è avvenuto intorno alle 2 di notte, ora locale, e sarebbe stato effettuato tramite un missile guidato, come riportato dall’agenzia saudita Al-Hadath.

La notizia della sua morte è stata confermata dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane poco dopo che l’esponente di Hamas aveva partecipato alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. I funerali di Haniyeh sono previsti per domani nella capitale iraniana.

Chi era Ismail Haniyeh, il leader di Hamas assassinato a Teheran?

Ismail Haniyeh, che ha ricoperto il ruolo di capo dell’ufficio politico di Hamas dal 2017 e in precedenza è stato primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese e capo dell’amministrazione della Striscia di Gaza, aveva vissuto in autoesilio a Doha, in Qatar. All’interno del movimento politico di Hamās è stato il braccio destro del fondatore del movimento, Ahmed Yassin.

La sua morte arriva in un contesto di crescente violenza tra Hamas e lo stato di Israele. Dall’inizio dell’attuale conflitto, Haniyeh aveva già subito la perdita di numerosi familiari, tra cui tre figli e quattro nipoti, in attacchi aerei israeliani. La sua famiglia ha subito enormi perdite anche in altre occasioni, come l’uccisione di una sorella nel campo di Shati a fine giugno.

Le reazioni di condanna

La reazione palestinese all’assassinio non si è fatta attendere. Il presidente palestinese Abu Mazen ha condannato fermamente l’attacco, definendolo “un atto codardo” e ha esortato il popolo palestinese a mantenere l’unità e la fermezza di fronte all’occupazione israeliana. Allo stesso modo, l’ala militare di Hamas a Gaza ha avvertito che l’uccisione di Haniyeh porterà a una nuova fase di conflitto e avrà conseguenze devastanti per la regione.

La Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha minacciato una severa rappresaglia contro Israele, definendo l’omicidio di Haniyeh come una preparazione di “una dura punizione” per il “regime criminale e terrorista sionista“. Khamenei ha descritto l’attacco come un grave errore da parte di Israele.

Infine il ministero degli Esteri russo, rappresentato da Sergei Lavrov, ha espresso preoccupazione per le ripercussioni dell’assassinio sulle trattative mediate tra Hamas e Israele, sottolineando che gli organizzatori dell’omicidio erano consapevoli delle gravi conseguenze che avrebbero potuto scatenare a livello regionale.