È quanto si propone di fare la proposta legislativa di iniziativa popolare che pensa a una alternativa variabile.
È possibile pensare di abolire l’Iva? E, soprattutto, è possibile pensare di sostituirla con un’imposta energetica? In Svizzera, a quanto pare, sì. È quanto prevede infatti una recente proposta legislativa a livello federale, di iniziativa popolare, e sostenuta dal partito dei Verdi liberali, che si propone di abolire l’Iva e sostituirla con un’imposizione fiscale sull’importazione e produzione di energie non rinnovabili, in particolar modo di fonte energetica fossile e di uranio.
I termini della proposta
In particolare, la proposta di legge prevede una tassazione su importazione e produzione interna di energia non rinnovabile, con restituzione dell’imposta qualora l’energia stessa sia esportata. L’aliquota da applicare alla nuova imposta non sarà fissa, bensì variabile, con determinazione annuale, affinchè il gettito prodotto possa compensare la prevista abolizione dell’imposta sul valore aggiunto. Parlando di cifre, siamo intorno ai venti/ventidue miliardi di franchi annui, ovvero quanto attualmente più o meno il sistema federale svizzero incassa dall’imposizione sul valore aggiunto.
Una proposta, questa di cui ci occupiamo, sicuramente meritevole di grande attenzione, fosse non altro per il carattere sicuramente innovativo che possiede, trasformando la politica fiscale da mero strumento per l’acquisizione delle risorse necessarie a garantire il funzionamento della macchina federale, a strumento concreto per attuare una vera e propria politica ecologico-tributaria volta a consentire alla Svizzera il passaggio dall’energia fossile e nucleare all’energia verde e rinnovabile. In proposito, basti pensare che, attualmente, in Svizzera quasi la metà di tutta l’energia prodotta è di fonte non rinnovabile, uranio in particolare e oltre l’ottanta per cento del fabbisogno energetico è coperto dall’importazione.
I vantaggi dell’imposta energetica
A giudizio dei sostenitori di tale proposta normativa, l’abolizione dell’Iva e la sua sostituzione con un’imposta energetica permetterebbe, senza intaccare il gettito complessivo a favore del sistema federale, di tassare soltanto il consumo di energia non rinnovabile (favorendo al contempo la produzione interna di energia verde e facendo quindi diminuire le importazioni energetiche) sgravando i cittadini elvetici dal pagamento di un’imposta quale l’Iva che colpisce tanto i beni e servizi che i fattori della produzione come capitale e lavoro, data la loro indeducibilità.
Dalla nuova tassazione, sempre secondo i promotori, anche le imprese ne trarranno beneficio poiché i costi energetici rappresentano soltanto una piccola parte di tutti gli oneri necessari a far andare avanti un’attività imprenditoriale e le società, già sgravate dell’Iva, non dovranno neanche più sopportare i vari costi amministrativi legati alla complessa gestione amministrativa dell’imposizione sul valore aggiunto.
La tassazione della quantità di energia non verde
Dunque, qualora la proposta dovesse ricevere il via libera da parte del Parlamento ad essere tassata sarà la quantità di energia non verde utilizzata dalle imprese per la produzione di beni e servizi, nonché dai cittadini per il consumo domestico. In tal modo le energie pulite diventeranno in Svizzera sempre più attraenti e convenienti e i cittadini saranno portati, al fine di pagare meno tasse, ad aumentare il consumo di energie rinnovabili a discapito di quelle non rinnovabili, con evidenti benefici anche per la qualità dell’aria elvetica, che risulterà sicuramente meno inquinata. Nel dibattito che si sta sviluppando attorno alla proposta di abolire l’Iva e sostituirla con una tassa sull’importazione e produzione di energie non rinnovabili, non mancano ovviamente forti detrattori.
I contrari alla proposta di legge
Chi è contrario alla proposta fa notare, in primo luogo, che porterebbe a un deciso aumento del prezzo dei combustibili fossili, come la benzina. Secondo stime attendibili l’introduzione della nuova imposizione energetica farebbe schizzare il prezzo della benzina a quasi 5 franchi al litro (contro neanche i 2 attuali) e a 50 centesimi quello del chilowattora, risolvendosi alla fine in un aumento annuo pro capite di circa 3.000 franchi per la benzina e 1.500 franchi per la bolletta energetica. Inoltre, l’introduzione della nuova imposta, sempre a giudizio dei detrattori, difficilmente riuscirebbe, a meno di una sua aliquota sproporzionalmente eccessiva, a coprire la perdita di gettito derivante dalla soppressione dell’Iva, che attualmente rappresenta la principale fonte di finanziamento statale di tutta la Confederazione svizzera, con una quota sul totale delle entrate di quasi il 40%.
Inoltre, rimarca chi è contrario alla proposta, non possono essere accomunate fiscalità ecologica e fiscalità tradizionale, mirando la prima a reindirizzare in maniera maggiormente virtuosa i comportamenti e le scelte dei consociati, e la seconda a garantire esclusivamente che lo stato federale abbia tutte le risorse necessarie a far funzionare l’intero sistema sociale.
La posizione del Consiglio federale elvetico
Per quanto concerne il Consiglio federale svizzero, che ricordiamo essere l’organo esecutivo dell’intera Confederazione, lo stesso ha espresso, a fine dello scorso anno, parere negativo contro la proposta del partito dei Verdi liberali. Ciò di cui il Consiglio ha timore è, infatti, che l’abolizione dell’Iva crei una situazione precaria nei conti della Federazione elvetica e che per evitare ciò sia necessaria l’introduzione di una nuova imposta ad aliquote altissime, vanificando così i pur lodevoli propositi dei promotori di un reindirizzamento ecologico della politica fiscale elvetica.
Proprio per questo motivo il Consiglio federale, nella seduta di fine maggio scorso, ha dato incarico al Dipartimento federale delle finanze e al Dipartimento federale competente in materia di energia, ambiente, trasporti e comunicazioni, di elaborare una proposta normativa globale al fine di convogliare su un percorso verde, mediante sistemi premiali e di incentivazione, la politica energetica svizzera. Il progetto, che fa parte integrante della “Strategia energetica 2050”, dovrebbe entrare in vigore nel 2021, e sarà sottoposto all’esame del Consiglio federale nei primi mesi del prossimo anno.
In conclusione, quindi, nonostante i tanti buoni propositi, almeno per il momento, anche in Svizzera l’Iva non si tocca!
FONTE: Fisco Oggi – Rivista Telematica dell’Agenzia delle Entrate
AUTORE: Mauro Di Biasi