L’agenda internazionale per lo sviluppo è organizzata dal 2000 intorno ad otto Obiettivi del Millennio, per lo sradicamento della povertà, la promozione dell’uguaglianza di genere e la tutela dell’ambiente.
Nel 2015, nel tentativo di integrare in un unico quadro globale la lotta contro la povertà e le priorità ambientali, gli OSM saranno sostituiti da una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile, come base per le strategie e le politiche di sviluppo sostenibile nel mondo fino al 2030.
Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile selezionati, uno specifico dedicato al livello locale e regionale è stato proposto dal gruppo di lavoro delle Nazioni Unite, risultato di una lunga campagna di lobbying intrapresa dal CCRE e dalla CGLU, attraverso la task force internazionale per il post-2015; è così sottolineato il ruolo fondamentale del governo locale nello sviluppo sostenibile e per l’eliminazione della povertà nel mondo. Il documento pubblicato nel mese di luglio, e che servirà come base per i negoziati formali per la sua adozione nel 2015, precisa che la comunità internazionale deve “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.”
Ciò sarà possibile attraverso sistemi di trasporto più sicuri e convenienti, spazi verdi pubblici e accessibili, piani di efficienza nell’uso delle risorse.
Il CCRE ha sottolineato di accogliere inoltre con favore la menzione degli enti locali negli altri obiettivi, tra cui la parità di genere e la governance. Il CCRE ha invitato alla definizione di un obiettivo specifico dedicato allo sviluppo urbano, affermando che ciò è particolarmente rilevante per l’Europa, dove gli enti locali sono i principali motori della coesione economica, sociale e territoriale del continente.
FONTE: AICCRE – Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa