spreco-alimentare-rapporto-ispra-2018Spreco Alimentare, il Rapporto Ispra 2018 con un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali. Scopriamone di più.


Pubblichiamo il Rapporto Ispra “Spreco alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali”, aggiornato a 2 maggio 2018.

 

L’Ispra evidenzia che finora l’approccio per mitigare lo spreco alimentare si è concentrato sul destino dei rifiuti alimentari, producendo risultati significativi grazie ad una legge che, tra le prime in Europa, contrasta il fenomeno (L. 166/2016). Lo studio realizzato dall’Istituto indaga tutti i processi dei sistemi alimentari nell’ottica di operare una ‘prevenzione strutturale’ del fenomeno.

 

Le proposte di prevenzione strutturale fanno quindi necessariamente parte di un approccio complesso: pianificazione di modelli alimentari sostenibili di produzione, distribuzione e consumo; acquisti pubblici verdi; politiche alimentari locali sistemiche e partecipate; educazione alimentare e nutrizionale; supporto alle reti alimentari locali, di piccola scala, ecologiche, solidali; tutela dell’agricoltura contadina e accesso alla terra; agroecologia in aree rurali e naturali, valorizzazione dell’agrobiodiversità; sviluppo dell’agricoltura sociale, urbana e in aree soggette ad abbandono; contrasto agli illeciti nell’agroalimentare; approfondimenti sul campo delle ricerche; ruolo attivo dei cittadini per comunità resilienti e in rete.

 

Il rapporto evidenzia che per l’Italia gli sprechi alimentari rappresenterebbero circa il 14% dell’impronta ecologica, corrispondendo a più del 50% della propria biocapacità, circa il 18% del proprio deficit ecologico. Questo dato è più basso della media dell’area Mediterraneo poiché l’impronta complessiva italiana è più alta degli altri paesi, dove il settore alimentare ha un peso maggiore rispetto agli altri settori produttivi.

 

Da una prospettiva ambientale le perdite e gli sprechi di cibo sono un utilizzo estremamente inefficiente delle risorse naturali. Secondo uno studio della FAO la perdita di cibo e gli sprechi generano una quantità enorme di gas ad effetto serra, pari a circa 3,3 miliardi di tonnellate equivalenti di anidride carbonica. Se fossero una nazione lo speco e le perdite alimentari mondiali sarebbero il terzo emittente del mondo, solo dopo la Cina e gli Stati Uniti.